Discussione:
Comportamento di una gas nel vuoto.
(troppo vecchio per rispondere)
Sam_X
2009-09-03 15:44:18 UTC
Permalink
Avverto che sto per fare una domanda molto probabilmente banalissima.
Immaginiamo un tubo di vetro idealmente vuoto che si trovi sul pianeta
Terra.
Immaginiamo di iniettarvi all'interno un po' di un qualsiasi gas.
Il gas "cadrà", "si assesterà" sul fondo del tubo oppure si espanderà in
maniera da occupare tutto il volume disponibile?
Sono quasi certo che la seconda opzione sia quella giusta ma non riesco a
capire perché.
In presenza della forza di gravità ed in assenza di qualsiasi altro fluido
all'interno del tubo perché le particelle del gas non "precipitano" o quanto
meno non si addensano in basso a causa della forza di gravità? Può essere a
causa degli urti tra le particelle previsto dalla teoria cinetica dei gas?
Grazie.

Sam
Tommaso Russo, Trieste
2009-09-03 16:22:25 UTC
Permalink
Sam_X ha scritto:

> Immaginiamo un tubo di vetro idealmente vuoto che si trovi sul pianeta
> Terra.
> Immaginiamo di iniettarvi all'interno un po' di un qualsiasi gas.
> Il gas "cadrà", "si assesterà" sul fondo del tubo oppure si espanderà in
> maniera da occupare tutto il volume disponibile?

La seconda che hai detto. PERO':

se il tubo e' verticale e di altezza non trascurabile, la densita' del
gas variera' lungo la verticale con legge esponenziale, ed esponente
proporzionale all'opposto del reciroco della temperatura -1/T.
Esattamente come accade per l'atmosfera, piu' rarefatta alle alte quote.

Per temperature molto prossime allo zero assoluto, la distribuzione
risultera' significativemente non nulla solo in uno straterello
adiacente il fondo del tubo.

> Sono quasi certo che la seconda opzione sia quella giusta ma non riesco a
> capire perché.
> In presenza della forza di gravità ed in assenza di qualsiasi altro fluido
> all'interno del tubo perché le particelle del gas non "precipitano" o quanto
> meno non si addensano in basso a causa della forza di gravità?

Si addensano sempre, ma tanto meno quanto piu' la temperatura e'
elevata. A T°amb e piccoli dislivelli l'effetto e' impercettibile.

> Può essere a
> causa degli urti tra le particelle previsto dalla teoria cinetica dei gas?

A causa dell'agitazione termica delle molecole del gas, elevata anche a
temperatura ambiente, e degli urti, con le altre molecole E con le
pareti. Per un gas perfetto, si considerano molecole puntiformi a
probabilita' d'urto fra molecole nulla. Per un gas che solo approssima
un gas perfetto, come l'aria, a T°amb e pressione atmosferica, il
cammino libero medio delle molecole e' piuttosto cortino (micron), e
quindi entrambi i tipi d'urto sono importanti; ma per gas molto
rarefatti il clm diventa di metri o chilometri, e quindi sono importanti
solo gli urti con le pareti, come per un gas perfetto.

--
TRu-TS
marcofuics
2009-09-03 15:59:07 UTC
Permalink
On Sep 3, 5:44 pm, "Sam_X" <***@abc.com> wrote:

> Immaginiamo di iniettarvi all'interno un po' di un qualsiasi gas.

ecco.... trascurando i dettagli di questa frase ti sorge il dubbio....
La tua risposta e' nascosta dietro alle parole

Iniettarvi &
qualsiasi


Se inietti dai una spinta!
Se e' un gas qualsiasi, magari essendo agitato di suo (leggi:
temperatura) va dove cacchio gli pare!
LuigiFortunati
2009-09-03 17:07:23 UTC
Permalink
On 3 Set, 17:44, "Sam_X" <***@abc.com> wrote:
> Avverto che sto per fare una domanda molto probabilmente banalissima.
> Immaginiamo un tubo di vetro idealmente vuoto che si trovi sul pianeta
> Terra.
> Immaginiamo di iniettarvi all'interno un po' di un qualsiasi gas.
> Il gas "cadrà", "si assesterà" sul fondo del tubo oppure si espanderà in
> maniera da occupare tutto il volume disponibile?
> Sono quasi certo che la seconda opzione sia quella giusta ma non riesco a
> capire perché.
> In presenza della forza di gravità ed in assenza di qualsiasi altro fluido
> all'interno del tubo perché le particelle del gas non "precipitano" o quanto
> meno non si addensano in basso a causa della forza di gravità? Può essere a
> causa degli urti tra le particelle previsto dalla teoria cinetica dei gas?
> Grazie.
>
> Sam

Le particelle di gas si addensano certamente di piu' in basso, e di
meno in alto.

Se cosi' non fosse, non ci sarebbe alcuna spinta di Archimede.

Luigi.
cometa_luminosa
2009-09-04 10:16:08 UTC
Permalink
On 3 Set, 19:07, LuigiFortunati <***@gmail.com> wrote:

>
>   Le particelle di gas si addensano certamente di piu' in basso, e di
> meno in alto.
>
>   Se cosi' non fosse, non ci sarebbe alcuna spinta di Archimede.

La spinta di archimede e' dovuta ad una differenza di pressione, non
di densita'. La differenza di pressione, a sua volta, e' dovuta al
differente peso della colonna di fluido soprastante il punto in cui si
calcola.
LuigiFortunati
2009-09-04 14:45:45 UTC
Permalink
On 4 Set, 12:16, cometa_luminosa <***@virgilio.it> wrote:
> > Le particelle di gas si addensano certamente di piu' in basso, e di
> > meno in alto.
>
> > Se cosi' non fosse, non ci sarebbe alcuna spinta di Archimede.
>
> La spinta di archimede e' dovuta ad una differenza di pressione, non
> di densita'. La differenza di pressione, a sua volta, e' dovuta al
> differente peso della colonna di fluido soprastante il punto in cui si
> calcola.

Perche' mai, a parita' di temperatura, il peso della colonna di
fluido soprastante dovrebbe far aumentare solo la pressione e non
anche la densita'?
Aleph
2009-09-04 14:27:12 UTC
Permalink
cometa_luminosa ha scritto:

> On 3 Set, 19:07, LuigiFortunati <***@gmail.com> wrote:

...
> La spinta di archimede e' dovuta ad una differenza di pressione, non
> di densita'. La differenza di pressione, a sua volta, e' dovuta al
> differente peso della colonna di fluido soprastante il punto in cui si
> calcola.

Corretto per un liquido incomprimibile, ma per un gas isotermo, come
quello del thread, una differenza di pressione è sempre accompagnata da
una differenza di densità e viceversa

PV = NkT => P = (N/V)kT.

Saluti,
Aleph

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cometa_luminosa
2009-09-05 19:20:40 UTC
Permalink
On 4 Set, 16:27, ***@no_spam.it (Aleph) wrote:
> cometa_luminosa ha scritto:
>
> > La spinta di archimede e' dovuta ad una differenza di pressione, non
> > di densita'. La differenza di pressione, a sua volta, e' dovuta al
> > differente peso della colonna di fluido soprastante il punto in cui si
> > calcola.
>
> Corretto per un liquido incomprimibile, ma per un gas isotermo, come
> quello del thread, una differenza di pressione è sempre accompagnata da
> una differenza di densità e viceversa
> PV = NkT => P = (N/V)kT.

Lui aveva scritto:

<<Le particelle di gas si addensano certamente di piu' in basso, e di
meno in alto. Se cosi' non fosse, non ci sarebbe alcuna spinta di
Archimede>>.

Sei d'accordo con questa affermazione?
Aleph
2009-09-07 07:28:27 UTC
Permalink
cometa_luminosa ha scritto:

> On 4 Set, 16:27, ***@no_spam.it (Aleph) wrote:
> > cometa_luminosa ha scritto:
> >
> > > La spinta di archimede e' dovuta ad una differenza di pressione, non
> > > di densita'. La differenza di pressione, a sua volta, e' dovuta al
> > > differente peso della colonna di fluido soprastante il punto in cui si
> > > calcola.
> >
> > Corretto per un liquido incomprimibile, ma per un gas isotermo, come
> > quello del thread, una differenza di pressione è sempre accompagnata da
> > una differenza di densità e viceversa
> > PV = NkT => P = (N/V)kT.

> Lui aveva scritto:

> <<Le particelle di gas si addensano certamente di piu' in basso, e di
> meno in alto. Se cosi' non fosse, non ci sarebbe alcuna spinta di
> Archimede>>.

> Sei d'accordo con questa affermazione?

Trattandosi di un gas isotermo, come ho precisato nel precedente
intervento sì, visto che variazione di pressione e variazione di densità
sono (in quel caso) l'una lo specchio dell'altra.
Era esattamente questo che volevo farti notare.

Saluti,
Aleph


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Enrico SMARGIASSI
2009-09-07 12:17:00 UTC
Permalink
Aleph wrote:

> Corretto per un liquido incomprimibile, ma per un gas isotermo, come
> quello del thread, una differenza di pressione è sempre accompagnata da
> una differenza di densità e viceversa

Appunto, accompagnata. Ma la causa della spinta di Archimede e' la
differenza di pressione, non di densita'. Tant'e' vero che tale spinta
si ha anche in fluidi incomprimibili.
LuigiFortunati
2009-09-07 12:34:50 UTC
Permalink
> > Corretto per un liquido incomprimibile, ma per un gas isotermo, come
> > quello del thread, una differenza di pressione è sempre accompagnata da
> > una differenza di densità e viceversa
>
> Appunto, accompagnata. Ma la causa della spinta di Archimede e' la
> differenza di pressione, non di densita'. Tant'e' vero che tale spinta
> si ha anche in fluidi incomprimibili.

Non esistono fluidi incomprimibili.

Per convincersene, basta leggersi la tabella dei coefficienti di
compressibilità.

Luigi.
Enrico SMARGIASSI
2009-09-07 16:12:00 UTC
Permalink
LuigiFortunati wrote:

> Non esistono fluidi incomprimibili.

1) Esistono ottime approssimazioni di essi.

2) Ai fini del ragionamento e' irrilevante se in natura esistono o meno
(a meno che tu non possa dimostrare che sono impossibili, vale a dire in
contrasto con le leggi note). Stai confondendo argomenti logici con
argomenti empirici.
LuigiFortunati
2009-09-04 13:59:44 UTC
Permalink
On 4 Set, 12:16, cometa_luminosa <***@virgilio.it> wrote:
> > Le particelle di gas si addensano certamente di piu' in basso, e di
> > meno in alto.
>
> > Se cosi' non fosse, non ci sarebbe alcuna spinta di Archimede.
>
> La spinta di archimede e' dovuta ad una differenza di pressione, non
> di densita'. La differenza di pressione, a sua volta, e' dovuta al
> differente peso della colonna di fluido soprastante il punto in cui si
> calcola.

La differenza di pressione tra i vari livelli dell'aria (dell'acqua
e di qualunque fluido), non ci sarebbe senza la differenza di
densita'.

Le due cose dipendono direttamente l'una dall'altra.

La pressione in montagna e' piu' bassa, proprio perche' l'aria e'
piu' rarefatta.

Aria piu' rarefatta = minore densita'.
Enrico SMARGIASSI
2009-09-06 06:36:43 UTC
Permalink
LuigiFortunati wrote:

> La differenza di pressione tra i vari livelli dell'aria (dell'acqua
> e di qualunque fluido), non ci sarebbe senza la differenza di
> densita'.

Assolutamente falso. L'acqua, per esempio, e' assai poco comprimibile,
quindi la densita' aumenta lentamente, ma la pressione aumenta
rapidamente (circa 1 atm ogni 10 m). La cosa e' evidente se uno
considera l'equazione di Bernoulli (che si studia, o si dovrebbe
studiare, al liceo) per un fluido incomprimibile in quiete soggetto alla
gravita': p=rho*g*h, con rho la densita' ed h la profondita'. E' chiaro
che p aumenta con h anche se rho e' costante. L'aumento di pressione in
realta' dipende dal peso del fluido soprastante.
LuigiFortunati
2009-09-06 07:42:06 UTC
Permalink
> Assolutamente falso. L'acqua, per esempio, e' assai poco comprimibile,
> quindi la densita' aumenta lentamente, ma la pressione aumenta
> rapidamente (circa 1 atm ogni 10 m). La cosa e' evidente se uno
> considera l'equazione di Bernoulli (che si studia, o si dovrebbe
> studiare, al liceo) per un fluido incomprimibile in quiete soggetto alla
> gravita': p=rho*g*h, con rho la densita' ed h la profondita'. E' chiaro
> che p aumenta con h anche se rho e' costante. L'aumento di pressione in
> realta' dipende dal peso del fluido soprastante.

Non mi convince troppo che il peso del fluido soprastante provochi
l'aumento della pressione, ma lasci invariata la densita', e il motivo
e' evidente se si considera che l'equazione di Bernoulli (che si
studia, o si dovrebbe studiare, al liceo) si applica ai fluidi
"incomprimibili" (quindi teorici e non esistenti nella realta').

L'acqua e' solo "assai poco comprimibile", espressione piuttosto
diversa da "incomprimibile".

Luigi.
Enrico SMARGIASSI
2009-09-07 12:26:44 UTC
Permalink
LuigiFortunati wrote:

> Non mi convince troppo che il peso del fluido soprastante provochi
> l'aumento della pressione, ma lasci invariata la densita'

Che c'entra? L'affermazione in discussione - tua affermazione - e':

"La differenza di pressione non ci sarebbe senza la differenza di densita'",
e non "ad ogni differenza di pressione corrisponde una differenza di
densita'". Le due affermazioni sono diverse, e non poco: la seconda e'
vera, la prima e' del tutto falsa, cosi' come e' falsa l'altra tua
affermazione "la pressione in montagna e' piu' bassa perche' la densita'
e' piu' bassa". Ed e' falsa la conclusione che ne trai, cioe' che la
spinta di Archimede dipende dalle variazioni di densita', mentre invece
dipende dalle variazioni di pressione.

> e' evidente se si considera che l'equazione di Bernoulli (che si
> studia, o si dovrebbe studiare, al liceo) si applica ai fluidi
> "incomprimibili" (quindi teorici e non esistenti nella realta').

Evidentemente ti sfugge il ruolo dei modelli e delle approssimazioni in
Fisica. Ad ogni buon conto, l'equazione p=rho*g*h vale anche per fluidi
comprimibili.
Enrico SMARGIASSI
2009-09-07 12:33:35 UTC
Permalink
Enrico SMARGIASSI wrote:

> l'equazione p=rho*g*h vale anche per fluidi comprimibili.

Preciso: in quiete.
LuigiFortunati
2009-09-07 14:59:25 UTC
Permalink
> la
> spinta di Archimede dipende dalle variazioni di densita', mentre invece
> dipende dalle variazioni di pressione.
>

A parita' di temperatura, non esiste variazione di pressione senza
variazione di densita'.

A parita' di temperatura, non esiste variazione di densita' senza
variazione di pressione.

Come e' stato correttamente scritto in questa discussione, la
variazione di pressione e di densita' sono l'una lo specchio
dell'altra.

Luigi.
Enrico SMARGIASSI
2009-09-07 16:11:21 UTC
Permalink
LuigiFortunati wrote:

> A parita' di temperatura, non esiste variazione di pressione senza
> variazione di densita'. [ecc.]

Il che non ha nulla a che fare con l'argomento, come ho gia' detto in
altri post.

Come ultimo tentativo di farti capire che sbagli, ti invito a
considerare che la spinta di Archimede, p.es., su di un cubo, la puoi
ottenere facendo semplicemente la differenza di pressione tra la faccia
inferiore e quella superiore, moltiplicata per l'area della faccia.
(Cenno: delta p = g*integrale rho dz). Non puoi invece ottenere nessuna
relazione del genere dalla densita', in quanto ci sono infiniti profili
di densita' che ti danno la stessa spinta.
Aleph
2009-09-08 11:06:37 UTC
Permalink
Enrico SMARGIASSI ha scritto:

[cut]

> Non puoi invece ottenere nessuna
> relazione del genere dalla densita',
...

> in quanto ci sono infiniti profili
> di densita' che ti danno la stessa spinta.

Non voglio entrare nel merito della vostra discussione, ma l'ultima frase
scritta sopra non la condivido, visto che anche per i fluidi esistono
equazioni di stato che collegano in maniera univoca determinati insiemi di
grandezze termodinamiche.

Ad esempio, per l'acqua di mare vale un'equazione di stato in cui la
densità è espressa in funzione di temperatura, salinità e pressione; nel
caso di acqua distillata purissima (priva di sali) la densità dipenderebbe
unicamente da temperatura e pressione e, ancora una volta, se la
temperatura fosse costante nel fluido, la densità dipenderebbe
univocamente dalla pressione (le due grandezze sarebbero anche qui in
corrispondenza biunivoca, come nel caso del gas perfetto isotermo da cui
siamo partiti).
Pertanto non mi pare sostenibile l'affermazione secondo cui esisterebbe
una degenerazione infinita dei profili di densità, una volta stabilito un
determinato profilo di pressione: nel caso in cui si stia parlando di un
fluido reale specificato, sottoposto a condizioni fisiche precise (di
equilibrio), a un profilo di pressione corrisponde uno e uno solo profilo
di densità e viceversa.

Saluti,
Aleph



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Enrico SMARGIASSI
2009-09-10 10:40:36 UTC
Permalink
Aleph wrote:

> nel caso in cui si stia parlando di un
> fluido reale specificato,

Infatti non si sta parlando di un fluido reale specificato, ma della
relazione tra pressione, densita' e spinta di Archimede; relazione che
prescinde dal fatto che esista questa o quella sostanza reale con questo
o quella equazione di stato.
Aleph
2009-09-11 07:41:11 UTC
Permalink
Enrico SMARGIASSI ha scritto:

> Aleph wrote:

> > nel caso in cui si stia parlando di un
> > fluido reale specificato,

> Infatti non si sta parlando di un fluido reale specificato, ma della
> relazione tra pressione, densita' e spinta di Archimede; relazione che
> prescinde dal fatto che esista questa o quella sostanza reale con questo
> o quella equazione di stato.

La spinta di Archimede essendo un fenomeno fisico *esiste* unicamente in
fluidi reali specificati (non nell'iperuranio o in altri mondi ideali),
per i quali esiste sempre un'equazione di stato ben precisa, che coinvolge
sempre set di grandezze termodinamiche tra cui, segnatamente, pressione e
densità.
Per cui l'osservazione che ho fatto portando l'esempio concreto dell'acqua
ha validità generale e la tua affermazione sugli infiniti profili di
densità associati a un unico profilo di pressione è e resta sbagliata.

Saluti,
Aleph

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Enrico SMARGIASSI
2009-09-11 14:25:47 UTC
Permalink
Aleph wrote:

> La spinta di Archimede essendo un fenomeno fisico *esiste* unicamente
> in fluidi reali specificati

La questione di cui sto discutendo, in questo sub-subthread, verte sulla
relazione matematica tra spinta di Archimede e densita'. A tale
questione la domanda "quanti profili di densita' danno una spinta
specificata" e' senz'altro "infiniti". Il fatto che non esistano
infiniti fluidi diversi, ma solo qualche miliardo o giu' di li', non
altera questa conclusione, perche' l'esistenza di un numero finito di
fluidi e' un fatto logicamente ed empiricamente distinto dall'origine
della spinta di Archimede. Quest'ultima infatti esisterebbe esattamente
com'e` adesso anche se esistessero infiniti tipi diversi di atomi,
quindi infinite equazioni di stato. Pertanto la questione "da dove viene
la spinta di A." prescinde del tutto da quali e quanti siano i fluidi reali.
Elio Fabri
2009-09-08 18:52:18 UTC
Permalink
Enrico SMARGIASSI ha scritto:
> Che c'entra? L'affermazione in discussione - tua affermazione - e':
>
> "La differenza di pressione non ci sarebbe senza la differenza di
> densita'", e non "ad ogni differenza di pressione corrisponde una
> differenza di densita'". Le due affermazioni sono diverse, e non poco:
> la seconda e' vera, la prima e' del tutto falsa, cosi' come e' falsa
> l'altra tua affermazione "la pressione in montagna e' piu' bassa
> perche' la densita' e' piu' bassa". Ed e' falsa la conclusione che ne
> trai, cioe' che la spinta di Archimede dipende dalle variazioni di
> densita', mentre invece dipende dalle variazioni di pressione.
Eppure la cosa non e' cosi' semplice...
Certo che sul piano macroscopico la spinta di Archimede dipende dalla
differenza di pressione con la quota, e che questa e' direttamente
legata alla gravita' nel modo che hai gia' detto.
Ma proviamo a guardare dal punto di vista microscopico, cercando di
capire *come* si stabilisce l'equilibrio che macroscopicamente viene
descritto come sopra.

A questo scopo aiuta "accendere" la gravita', cosa che si puo' fare
sostituendola con la forza apparente in un rif. accelerato.
Poniamoci dunque in un'astronave, inizialmente a motori spenti, nella
quale si trovi una bombola di gas mantenuta a T costante.
Ovviamente pressione e densita' saranno le stesse in ogni punto della
bombola.

Ora accendiamo i motori, il che fa comparire una "gravita', diretta
verso la poppa dell'astronave. Che succede al gas?
Le molecole vengono spinte verso poppa da questa gravita', il che fa
aumentare la densita' da quel lato (e di conseguenza la pressione,
perche' aumenta il numero di urti sulle pareti).
L'aumento non prosegue indefinitamente, perche' c'e' comunque
l'agitazione termica; le molecole tendono a diffondere verso "l'alto",
ma la diffusione e' contrastata dalla gravita', e si raggiunge un
equilibrio con la distribuzione esponenziale della densita' in
funzione della quota.
Parallelamente alla distribuzione di densita' si ha un'uguale
distribuzione della pressione.
Se all'interno della bombola c'e' un cubetto solido, la faccia
"inferiore" del cubetto subira' piu' urti di quella superiore, con
uguale velocita' quadratica media; quindi ci sara' una forza
prevalente verso l'alto, ossia la spinta di Archimede.
Si vede dunque che da questo di vista gradiente di pressione e spinta
di Archimede hanno una causa comune: la distribuzione di densita' non
uniforme.

Se nella bombola invece del gas c'e' un liquido, le cose vanno in modo
analogo.
Le molecole sarano comunque spinte verso il basso, solo che ora
l'interazione fra loro impedisce un apprezzabile aumento di densita'.
Ma comunque la distanza media sara' minore in basso che in alto, quel
tanto (quel poco) che occorre perche' la forza media prodotta su
ciascuna molecola da quelle vicine equilibri il "peso".
Il solito cubetto si trovera' anch'esso con la faccia inferiore in una
regione dove le molecole esercitano su quelle vicine una forza
maggiore, e quindi la faccia inferiore del cubetto sentira' una spinta
verso l'alto maggiore della spinta verso il basso sulla faccia
superiore: ancora la risultante da' la spinta di Archimede.


--
Elio Fabri
cometa_luminosa
2009-09-09 13:50:45 UTC
Permalink
On 8 Set, 20:52, Elio Fabri <***@tiscali.it> wrote:
> Enrico SMARGIASSI ha scritto:> Che c'entra? L'affermazione in discussione - tua affermazione - e':
>
> > "La differenza di pressione non ci sarebbe senza la differenza di
> > densita'", e non "ad ogni differenza di pressione corrisponde una
> > differenza di densita'". Le due affermazioni sono diverse, e non poco:
> > la seconda e' vera, la prima e' del tutto falsa, cosi' come e' falsa
> > l'altra tua affermazione "la pressione in montagna e' piu' bassa
> > perche' la densita' e' piu' bassa". Ed e' falsa la conclusione che ne
> > trai, cioe' che la spinta di Archimede dipende dalle variazioni di
> > densita', mentre invece dipende dalle variazioni di pressione.
>
> Eppure la cosa non e' cosi' semplice...

[...]

Quello che hai scritto e' chiaro.
Ma se vogliamo vederla dal punto di vista microscopico, non e' *solo*
la densita' a determinare la pressione, ma anche la temperatura
(almeno per un gas, per uno stato condensato credo che le cose siano
piu' complesse). LF invece pretende di attribuirla alla sola densita'.
LuigiFortunati
2009-09-09 14:13:39 UTC
Permalink
> LF invece pretende di attribuirla alla sola densita'.

E meno male che in data 7/9/2009 alle ore 16:59 ho scritto per ben 2
volte "a parita' di temperatura".

Luigi.
cometa_luminosa
2009-09-09 18:25:26 UTC
Permalink
On 9 Set, 16:13, LuigiFortunati <***@gmail.com> wrote:
> >  LF invece pretende di attribuirla alla sola densita'.
>
>   E meno male che in data 7/9/2009 alle ore 16:59 ho scritto per ben 2
> volte "a parita' di temperatura".
>
> Luigi.

Va bene, dopo ti sei corretto. Pero' anche a parita' di temperatura,
in un gas reale la pressione non dipende solo dalla densita'; per un
liquido poi, ancora peggio. Questo perche' la pressione non dipende
soltanto dal numero di urti per unita' di tempo (a pari quantita' di
moto delle particelle), dipende anche dal potenziale di interazione di
queste.
Nel caso di un liquido lo vedi meglio: la maggiore pressione, ad
esempio sulla faccia inferiore di un cubo rispetto a quella
superiore, non e' dovuta al diverso numero di urti per unita' di tempo
(cioe' dalla diversa densita'), ma e' dovuta al fatto che ogni
molecola di liquido che sta sotto preme di piu'. Tu puoi avere
tranquillamente lo stesso numero di molecole di liquido sulla faccia
superiore e su quella inferiore, dunque la stessa densita', ma una
pressione molto diversa.
LuigiFortunati
2009-09-10 11:20:14 UTC
Permalink
On 9 Set, 20:25, cometa_luminosa <***@virgilio.it> wrote:
> > > LF invece pretende di attribuirla alla sola densita'.
>
> > E meno male che in data 7/9/2009 alle ore 16:59 ho scritto per ben 2
> > volte "a parita' di temperatura".
>
> > Luigi.
>
> Va bene, dopo ti sei corretto. Pero' anche a parita' di temperatura,
> in un gas reale la pressione non dipende solo dalla densita'; per un
> liquido poi, ancora peggio. Questo perche' la pressione non dipende
> soltanto dal numero di urti per unita' di tempo (a pari quantita' di
> moto delle particelle), dipende anche dal potenziale di interazione di
> queste.
> Nel caso di un liquido lo vedi meglio: la maggiore pressione, ad
> esempio sulla faccia inferiore di un cubo rispetto a quella
> superiore, non e' dovuta al diverso numero di urti per unita' di tempo
> (cioe' dalla diversa densita'), ma e' dovuta al fatto che ogni
> molecola di liquido che sta sotto preme di piu'. Tu puoi avere
> tranquillamente lo stesso numero di molecole di liquido sulla faccia
> superiore e su quella inferiore, dunque la stessa densita', ma una
> pressione molto diversa.

Le molecole di liquido che "stanno sotto" non premono <di piu'> per
puro caso.

Premono di piu' perche' sono compresse di piu'.

Se non fossero compresse di piu', premerebbero proprio come quelle
"di sopra".

Piu' le molecole sono compresse (piu' vicine sono tra loro) e piu'
si ribellano (reagiscono repulsivamente facendo aumentare la
pressione).

Densita' e pressione si alimentano l'una con l'altra.

Quando varia l'una, non puo' che variare anche l'altra.

S'intende, sempre a parita' di temperatura.

Tutto cio' vale per qualunque fluido, gassoso o liquido che sia.

L'unica differenza e' che nei liquidi il fenomeno, pur se identico,
e' meno evidente che nei gas.

Luigi.
Aleph
2009-09-11 08:09:18 UTC
Permalink
cometa_luminosa ha scritto:

> On 9 Set, 16:13, LuigiFortunati <***@gmail.com> wrote:
> > >  LF invece pretende di attribuirla alla sola densita'.
> >
> >   E meno male che in data 7/9/2009 alle ore 16:59 ho scritto per ben 2
> > volte "a parita' di temperatura".

...
> Va bene, dopo ti sei corretto. Pero' anche a parita' di temperatura,
> in un gas reale la pressione non dipende solo dalla densita'; per un
> liquido poi, ancora peggio. Questo perche' la pressione non dipende
> soltanto dal numero di urti per unita' di tempo (a pari quantita' di
> moto delle particelle), dipende anche dal potenziale di interazione di
> queste.

Piuttosto vago direi.
E' vero che in un gas reale o liquido reale, anche in dipendenza delle
condizioni fisiche specifiche in cui ci si pone, l'equazione di stato (che
comunque è sempre un modello) può divenire più complessa (a esempio di
quella propria del gas ideale), ma allora per concretizzare la discussione
dovresti specificare bene, e in anticipo, le condizioni fisichi cui ti
riferisci.

> Nel caso di un liquido lo vedi meglio: la maggiore pressione, ad
> esempio sulla faccia inferiore di un cubo rispetto a quella
> superiore, non e' dovuta al diverso numero di urti per unita' di tempo
> (cioe' dalla diversa densita'),

Stai assumendo, come in tutta la discussione, che il liquido in equilibrio
termodinamico sia giusto?

> ma e' dovuta al fatto che ogni
> molecola di liquido che sta sotto preme di piu'.

E in virtù di cosa preme di più?
Non per l'energia cinetica media delle molecole (stessa T), non per il
maggior numero di urti per unità di tempo (stessa densità) e allora
l'extrapressione da ciosa deriva?

> Tu puoi avere
> tranquillamente lo stesso numero di molecole di liquido sulla faccia
> superiore e su quella inferiore, dunque la stessa densita', ma una
> pressione molto diversa.

Vedi sopra: se la temperatura è la stessa chi te la dà l'extrapressione?

Saluti,
Aleph


--

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Enrico SMARGIASSI
2009-09-11 14:03:37 UTC
Permalink
Aleph wrote:

> Vedi sopra: se la temperatura è la stessa chi te la dà l'extrapressione?

Cometa l'ha gia' detto: il potenziale di interazione. La pressione
differisce da quella di un gas ideale con la stessa T e P per un fattore
-<dU/dV>.
Aleph
2009-09-14 08:48:47 UTC
Permalink
Enrico SMARGIASSI ha scritto:

> Aleph wrote:

> > Vedi sopra: se la temperatura è la stessa chi te la dà l'extrapressione?

> Cometa l'ha gia' detto: il potenziale di interazione. La pressione
> differisce da quella di un gas ideale con la stessa T e P per un fattore
> -<dU/dV>.

L'affermazione di CL contiene un errore concettuale e pratico di non poco
conto e mi sorprende non poco che tu l'abbia ripresa pari pari senza avere
nulla da obiettare.

La pressione cui allude CL (partiamo con i liquidi) è la *pressione
interna* di un fluido che non ha nulla a che vedere con la *pressione
esterna* (quella che misurerebbe uno strumento posto in profondità a una
quota determinata) che è quella (l'unica) che sente un corpo immerso in un
fluido.

La pressione interna per l'acqua in condizioni standard è di circa 3000
atmosfere (e non dipende in pratica dalla profondità, a differenza della
pressione esterna), tale pressione "monstre" tiene conto dell'enorme
lavoro necessario, data la scarsa comprimibilità dei liquidi, per
modificare (contro le forze d'interazione interne) il volume del fluido:
dU = Pint*dV
Il fatto che tale pressione non c'entri nulla con ciò di cui stiamo
discutendo lo dimostra il fatto che immergendo un dito in un bicchier data
non lo tiriamo fuori orrendamente maciullato ma integro :)).

Il rilievo esposto sopra (a proposito dell'errore concettuale commesso nel
sommare la pressione interna del fluido a quella esterna) vale anche nel
caso dei gas, con la differenza che la pressione interna dovuta al
potenziale d'interazione questa volta è molto più piccola che nel caso dei
liquidi.
In ogni caso qualsiasi equazione di stato di un gas reale si voglia
prendere in considerazione (da quella di Van der Waals a quella di Meyer e
Bogoliuboff) essa si può sempre esprimere in termini di una relazione tra
P, rho e T e quindi l'unico effetto pratico ai fini della presente
discussione della precisazione (malposta) di cometa è che, dato un gas
specificato in equilibrio termico, il profilo di densità associato al
profilo di pressione è in realtà quantitativamente un po' diverso (più o
meno a seconda delle conizioni fisiche del gas) da quello deducibile
dall'equazione di stato del gas ideale.
Stop.

Aggiungo infine che accettando il suggerimento di CL di sommare la
pressione interna a quella esterna (quella macroscopica rilevata dai
manometri) verrebbe perfino fuori (parafrasando pari pari il tuo
ragionamento con il gradiente di temperatura) che esisterebbe spinta di
Archimede anche senza differenza di pressione (sic).
[Hint: considera un gradiente di temperatura in grado di far variare la
densità del gas dal fondo (più alta) alla superficie (più bassa),
lasciando inalterata la pressione macroscopica P e considera la differenza
non nulla tra i termini d'interazione di Van der Waals a due quote
differenti]

Saluti,
Aleph



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Enrico SMARGIASSI
2009-09-15 12:16:44 UTC
Permalink
Aleph wrote:

> L'affermazione di CL contiene un errore concettuale e pratico

No, non c'e` nessun errore, solo un fraintendimento. CL, almeno come
l'ho inteso io, intende semplicemente dire che temperatura e densita'
non determinano completamente le eq. di stato, ma che sostanze diverse,
con potenziali intermolecolari diversi, hanno eq. di stato diverse. Puo'
sembrare ovvio, ma vista la conoscenza approssimativa della Fisica che
ha Luigi Fortunati forse non e' stato superfluo ricordarlo. Sotto questa
luce puoi vedere che le tue critiche non si applicano.
Aleph
2009-09-15 13:34:49 UTC
Permalink
Enrico SMARGIASSI ha scritto:

> Aleph wrote:

> > L'affermazione di CL contiene un errore concettuale e pratico

> No, non c'e` nessun errore, solo un fraintendimento.
> CL, almeno come
> l'ho inteso io,
> intende semplicemente dire che temperatura e densita'
> non determinano completamente le eq. di stato,

Anche quest'affermazione non è corretta poiché le equazioni di stato dei
fluidi reali (gas e liquidi), per un ampio spettro di condizioni fisiche,
dipendono da P, T e rho: è così per Van der Waals, una volta assegnati i
parametri tipici a e b del gas, ed è così anche per le altre equazioni di
stato di uso più comune.

Che poi ci si possa inventare un fluido in condizioni fisiche particolari
(plasma, presenza di campi magnetici, etc.) tale da contemplare equazioni
di stato più complesse, dipendenti anche da altri parametri fisici, è
vero, ma ai fini della presente discussione del tutto ininfluente (e in
ogni caso non è quello che voleva dire cometa).

> ma che sostanze diverse,
> con potenziali intermolecolari diversi, hanno eq. di stato diverse.

Sempre dipendente da diverse relazioni coinvolgenti T, P e rho (non altre
variabili termodinamiche).

> Puo'
> sembrare ovvio,
...

A mio parere le cose che ha scritto cometa sono affatto diverse da quelle
che gli attribuisci.

E visto che "scripta manent", lasciamele ricordare:

CL) "Pero' anche a parita' di temperatura, in un gas reale la pressione
non dipende solo dalla densita'; per un liquido poi, ancora peggio."

La pressione (nel senso della P dell'equazione di stato, ovvero la
pressione idrostatica per un liquido o la pressione macroscipica per un
gas)
dipenderebbe quindi da qualcos'altro, vediamo cosa.

***Questo perche' la pressione non dipende soltanto dal numero di urti per
unita' di tempo (a pari quantita' di moto delle particelle), dipende anche
dal potenziale di interazione di queste.***"

Il periodo di sopra esprime chiaramente una confusione di concetti tra
pressione esterna (quella che non dipenderebbe solo dagli urti secondo cl
e quella che è implicata nella spinta di Archimede) e pressione interna (o
"forza di coesione", quella dipendente dal potenziale d'interazione).

Cometa somma le due grandezze come se la pressione che si misura
all'interno di un fluido fosse data dalla somma delle due (idrostatica o
del gas + interna), cosa assolutamente non vera (in condizioni standard ci
sono per l'acqua almeno tre ordini di grandezza di differenza tra le due).

CL) "Nel caso di un liquido lo vedi meglio: la maggiore pressione, ad
esempio sulla faccia inferiore di un cubo rispetto a quella
superiore, non e' dovuta al diverso numero di urti per unita' di tempo
(cioe' dalla diversa densita'),"

No: a parità di temperatura, la differenza di pressione è dovuta proprio
alla debole differenza di densità esistente tra le due facce del cubo.

CL) "...ma e' dovuta al fatto che ogni
molecola di liquido che sta sotto preme di piu'."

Non riesco proprio a capire cosa voglia dire dal punto di vista
microscopico che la molecola che sta sotto "preme di più", mi piacerebbe
che tu o CL provaste a spiegarlo.

CL) "Tu puoi avere tranquillamente lo stesso numero di molecole di liquido
sulla faccia superiore e su quella inferiore, dunque la stessa densita',
ma una pressione molto diversa."

A parità di temperatura ciò non è vero; e mi pare che anche qui faccia
capolino il cortocircuito concettuale tra la pressione esterna e la
pressione interna dovuta al potenziale d'interazione, che è l'errore
fondamentale da cui parte cometa.

> Sotto questa
> luce puoi vedere che le tue critiche non si applicano.

Come ti ho mostrato le mie critiche non si basano su un fraintendimento ma
si riferiscono puntualmente al merito delle affermazioni di cometa.

Saluti,
Aleph

P.S.: Come mai cometa tace?

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Enrico SMARGIASSI
2009-09-15 15:00:44 UTC
Permalink
Aleph wrote:

> Anche quest'affermazione non è corretta

Anche? Non corretta? Mah...

> Sempre dipendente da diverse relazioni coinvolgenti T, P e rho (non altre
> variabili termodinamiche).

Ovvio. Ma questo mica l'ho negato. Mi sa che non hai letto il mio
messaggio con la cura necessaria, rileggilo.

Quanto a cometa, non sono il suo avvocato difensore ne' il suo esegeta e
se vuole chiarire quello che intendeva lo fara' di persona. Quello che
intendevo io l'ho detto e non ritengo di avere commesso errori degni di
nota.
Aleph
2009-09-15 15:52:49 UTC
Permalink
Enrico SMARGIASSI ha scritto:

> Aleph wrote:

...
> Quanto a cometa, non sono il suo avvocato difensore ne' il suo esegeta

Sarà, ma ti sei inserito in una discussione tra me e lui appogiando le sue
tesi e per farlo lo devi aver per forza interpretato (come fa chiunque
legga una cosa scritta da altri dicendo che hanno ragione):

CL) "...ma e' dovuta al fatto che ogni
molecola di liquido che sta sotto preme di piu'."

Aleph) "E in virtù di cosa preme di più?
Non per l'energia cinetica media delle molecole (stessa T), non per il
maggior numero di urti per unità di tempo (stessa densità) e allora
l'extrapressione da ciosa deriva?"

CL "Tu puoi avere
tranquillamente lo stesso numero di molecole di liquido sulla faccia
superiore e su quella inferiore, dunque la stessa densita', ma una
pressione molto diversa."

Aleph "Vedi sopra: se la temperatura è la stessa chi te la dà
l'extrapressione?"

al che tu ti sei inserito chiosando:

"Cometa l'ha gia' detto: il potenziale di interazione."

Ma come abbiamo detto e ripetuto il potenziale d'interazione non dà alcuna
extrapressione alla pressione macroscopica, quindi...

> e
> se vuole chiarire quello che intendeva lo fara' di persona.

Ah perché secondo te non è ancora chiaro?

> Quello che
> intendevo io l'ho detto e non ritengo di avere commesso errori degni di
> nota.

Per carità!
Ci mancherebbe!
Il tuo onore è salvo.

Saluti,
Aleph

--

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Enrico SMARGIASSI
2009-09-17 15:34:17 UTC
Permalink
Aleph wrote:

> tesi e per farlo lo devi aver per forza interpretato

Come l'ho interpretato l'ho gia' detto. Se poi non ci credi, pazienza.
Ma a insistere, cosa che non fa progredire di un passo la discussione,
non fai altro che rendere piu' evidente che questi ultimi due o tre tuoi
post erano solo un attacco personale.
Aleph
2009-09-18 08:03:27 UTC
Permalink
Enrico SMARGIASSI ha scritto:

> Aleph wrote:

> > tesi e per farlo lo devi aver per forza interpretato

> Come l'ho interpretato l'ho gia' detto.

Lo hai interpretato male (e su questo ho già scritto abbastanza), ma anche
prendendo per buona la tua interpretazione, essa contiene la tesi erronea
che le interazioni molecolari determinerebbero, ceteris paribus, un
extrapressione rispetto al gas ideale, affermazione che (a meno di
considerare pressioni estremamente elevate, che rendano evidenti gli
effetti repulsivi delle forze intermolecolari, è sbagliata, poiché in
condizioni normali (per un ampio intervallo di pressioni e per la
stragrande maggioranza dei gas reali) la forza di coesione (alias
pressione interna) agisce esattamente in senso contrario: ovvero riduce la
pressione macroscopica effettiva rispetto a quella teorica che avrebbe il
gas ideale (e comunque resta il fatto che tutto questo con la genesi
spinta di Archimede non c'entra).

> Se poi non ci credi, pazienza.

I believi in what i read.

> Ma a insistere, cosa che non fa progredire di un passo la discussione,
> non fai altro che rendere piu' evidente che questi ultimi due o tre tuoi
> post erano solo un attacco personale.

I miei ultimi due o tre post sono pieni di considerazioni fisiche sulle
quali non hai avuto nulla da obiettare.
Sul fatto che la discussione non progredisca (quando la si butta in
polemica in effetti è difficile) posso concordare (anche perché l'autore
principale delle affermazioni che ho contestato, si è, guarda caso,
eclissato) e infatti per conto mio (con buona pace dei moderatori e degli
eventuali rari lettori) la finisco qui (salvo novità importatnti che
giustifichino un proseguiomento della discussione).

Riguardo agli attacchi personali (a chi poi? e perché?) non esistono, a
meno che tu non consideri un attacco personale le correzioni (del
sottoscritto o di altri) ad ogni tua eventuale affermazione errata.

Saluti,
Aleph



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Enrico SMARGIASSI
2009-09-18 16:00:38 UTC
Permalink
Aleph wrote:

> Lo hai interpretato male

Questo lo puo' dire solo Cometa.

> prendendo per buona la tua interpretazione, essa contiene la tesi erronea
> che le interazioni molecolari determinerebbero, ceteris paribus, un
> extrapressione rispetto al gas ideale, affermazione che (a meno di
> considerare pressioni estremamente elevate, che rendano evidenti gli
> effetti repulsivi delle forze intermolecolari, è sbagliata,

Sbagliata? Ti ricordo che "ceteris paribus" in questo caso - l'ho
scritto esplicitamente nel mio mess. del 15/9 - significa "a parita' di
temperatura e densita'" (stiamo dando per scontato, mi pare, che ci sia
una sola specie chimica). Cosi' come l'hai scritta stai dicendo che, a
meno di pressioni estremamente elevate, le eq. di stato dei gas - e
liquidi! - reali sono praticamente le stesse dei gas perfetti. Sono
sicuro che tu sappia abbastanza fisica per renderti conto che si tratta
di un notevole sfondone, quindi certamente intendevi dire qualcos'altro.
Ma cosa?

> in condizioni normali (per un ampio intervallo di pressioni e per la
> stragrande maggioranza dei gas reali) la forza di coesione (alias
> pressione interna) agisce esattamente in senso contrario: ovvero riduce la
> pressione macroscopica effettiva

Ovvio. E allora? Guarda che un'extrapressione puo' avere anche segno
negativo. Inoltre questo che dici e' vero per sistemi coesi, ma nei gas
e' perfettamente possibile avere un contributo positivo. Esempio: plasma
ad una componente.

> I miei ultimi due o tre post sono pieni di considerazioni fisiche

I tuoi post erano pieni di considerazioni "ma tu hai detto questo,
cometa ha detto quell'altro, ti sei inserito qui, hai detto la'" ecc.. E
questo *dopo* che io ho chiarito quello che intendevo, ovvero in un
momento in cui la loro rilevanza per la discussione era zero. Se questi
non sono attacchi personali, dimmi cosa sono.
Aleph
2009-09-21 08:51:38 UTC
Permalink
Enrico SMARGIASSI ha scritto:

> Aleph wrote:

> > Lo hai interpretato male

> Questo lo puo' dire solo Cometa.

In realtà lo può dire chiunque legga il thread, sulla base delle proprie
conoscenze dell'italiano moderno scritto e della termodinamica.
Certo, poi bisognerebbe fare una statistica per vedere qual è il punto di
vista più rappresentato, ma un fatto è certo: di sfondoni Cometa nel suo
messaggio che ha dato origine a questo subthread ne ha scritti parecchi e
tu sembri non averli proprio notati.

> > prendendo per buona la tua interpretazione, essa contiene la tesi erronea
> > che le interazioni molecolari determinerebbero, ceteris paribus, un
> > extrapressione rispetto al gas ideale, affermazione che (a meno di
> > considerare pressioni estremamente elevate, che rendano evidenti gli
> > effetti repulsivi delle forze intermolecolari, è sbagliata,

> Sbagliata? Ti ricordo che "ceteris paribus" in questo caso - l'ho
> scritto esplicitamente nel mio mess. del 15/9 - significa "a parita' di
> temperatura e densita'" (stiamo dando per scontato, mi pare, che ci sia
> una sola specie chimica).

Stesse T e rho, o stesse T e V, una sola specie chimica e, ovviamente,
stesso numero di moli.

> Cosi' come l'hai scritta stai dicendo che, a
> meno di pressioni estremamente elevate, le eq. di stato dei gas - e
> liquidi! - reali sono praticamente le stesse dei gas perfetti.
...

Primo, nel periodo di sopra sto parlando di GAS NON DI LIQUIDI: la
discussione sui liquidi l'ho già fatta altrove e ho già chiarito che in
tal caso l'errore di Cometa (riproposto da te, anche se in rierimento ai
gas, con la tua interpretazione del ruolo del termine d'interazione
molecolare) di sommare la "pressione interna" (Pint = -(dU/dV)T) alla
pressione del fluido ideale (gas o liquido), con lo scopo di stimare la
pressione esterna misurata dai manometri (che oltretutto, a differenza
della pressione interna, dipende strettamente dalla profondità) è ancora
più clamoroso, poiché la pressione interna per l'acqua in condizioni
standard è quasi tre ordini di grandezza superiore alla pressione esterna
(idrostatica + atmosferica), che per livelli di liquido non
fantascientifici è dell'ordine dell'atmosfera (1 atm ogni 10 metri di
profondità).

Tornando ai gas, invece, confermo parola per parola quello che ho scritto,
ma provo ad aggiungere qualche informazione in più a per chiarire le mie
tesi.

In primo luogo, che per numerosi gas reali (fra le molecole semplici, fa
eccezione l'idrogeno molecolare) le cose vadano come ho detto, ovvero che
a parità di condizioni fisiche (T,V) la pressione del gas reale per T > Tc
sia inferiore a quella del gas perfetto e diventi superiore solo al di là
di pressioni piuttosto elevate è dimostrato dall'andamento delle isoterme
sperimentali (in rete se ne trovano parecchie).

In secondo luogo, il confronto teorico tra gas perfetto e gas ideale si
può fare in prima approssimazione (nei limiti di validità della equazione
di Van der Waals, che almeno per T > Tc dà buoni risultati in numerosi
casi) in maniera abbastanza semplice.

Considerando 1 mole di gas abbiamo:

Po = RT/V = (Po pressione del gas perfetto) (1)

P = RT/(V-b) - a/V^2 (P pressione del gas di Van der Waals) (2)

La differenza di pressione (che c'interessa) è data da:

P - Po = RT/(V-b) - a/V^2 - RT/V = RTb/V*(V-b) - a/V^2 (3)

da cui si deduce immediatamente:

1) non è vero in generale (neppure per i gas, altro che per i liquidi) che
come ha sostenuto Cometa e tu hai confermato:

[Inciso on]

Aleph) Vedi sopra: se la temperatura è la stessa chi te la dà
l'extrapressione?

ES) Cometa l'ha gia' detto: il potenziale di interazione.
***La pressione differisce da quella di un gas ideale con la stessa T e P
per un fattore -<dU/dV>.***

(in realtà volevi dire stessi T e rho, o T e V, Nota mia)

[Inciso off]

infatti, se fosse vero quanto avete sostenuto dovremmo avere:

P - Po = Pint = -(dU/dV)T = - a/V^2

poiché dalla (2) si deduce, tramite relazioni termodinamiche appropriate,
esattamente che Pint = -a/V^2 ,

mentre la (3) ci dice chiaramente che per il gas reale di VdW esiste un
altro termine da sommare a secondo membro, dipendente da temperatura,
volume e covolume, esattamente:

RTb/V*(V-b) .

> Sono
> sicuro che tu sappia abbastanza fisica per renderti conto che si tratta
> di un notevole sfondone, quindi certamente intendevi dire qualcos'altro.
> Ma cosa?

Come vedi da parte mia nessuno sfondone.

> > in condizioni normali (per un ampio intervallo di pressioni e per la
> > stragrande maggioranza dei gas reali) la forza di coesione (alias
> > pressione interna) agisce esattamente in senso contrario: ovvero riduce la
> > pressione macroscopica effettiva

> Ovvio. E allora?

Se è così ovvio perché poi mi accusi di dire sfondoni?

> Guarda che un'extrapressione puo' avere anche segno
> negativo.

Certo, ma vatti a rileggere (attentamente) il messaggio di Cometa da cui è
partito il subthread, chi è che ha parlato, a proposito di gas e, in
particolar modo di liquidi, di molecole che "premono di più" (parole
testuali") a causa del termine d'interazione molecolare?
E il "premere di più" delle molecole del fluido (gas o liquido) reale, con
il potenziale d'interazione molecolare, cos'altro significa se non
mostrare una pressione maggiore (quindi extrapressione positiva, non
negativa)?

> Inoltre questo che dici e' vero per sistemi coesi, ma nei gas
> e' perfettamente possibile avere un contributo positivo. Esempio: plasma
> ad una componente.

E' inutile che tiri fuori il plasma, non c'entra nulla con la discussione
ed è anche inutile: per un gas è perfettamente possibile avere un
contributo positivo (non mi devi convincere di questo), è sufficiente
mettersi, come ho detto sopra, in condizioni di pressione molto elevate,
come stanno a dimostrare le isoterme sperimentali dei gas reali.

> > I miei ultimi due o tre post sono pieni di considerazioni fisiche

> I tuoi post erano pieni di considerazioni "ma tu hai detto questo,
> cometa ha detto quell'altro, ti sei inserito qui, hai detto la'" ecc..
...

Mi pare del tutto ovvio che nel momento in cui sostengo che la tua
interpretazione di determinate affermazioni fatte da altri è sbagliata, io
debba poi almeno provare a mostrarti che quando vado sostenendo è "nelle
carte" (nel testo quindi) e non frutto di una mia fantasia solipsistica.

Saluti,
Aleph






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Enrico SMARGIASSI
2009-09-21 14:37:28 UTC
Permalink
Aleph wrote:

> In realtà lo può dire chiunque legga il thread,

Certo, purche' alla fine arrivi alle tue stesse conclusioni. :-)

> Stesse T e rho, o stesse T e V, una sola specie chimica e, ovviamente,
> stesso numero di moli.

Benissimo, tienilo a mente.

> Primo, nel periodo di sopra sto parlando di GAS NON DI LIQUIDI:

Specificazione del tutto inutile, visto che il discorso e' lo stesso per
entrambi. Non ci sono differenze qualitative sul discorso che stiamo
facendo - e d'altronde, sarebbe difficile che cui fossero visto che
tracciare una differenza netta tra gas e liquido e' problematico, come
dimostra il fatto che e' possibile andare da uno all'altro senza
incappare in una transizione di fase. L'unica differenza e'
quantitativa: l'effetto del termine -<dU/dV> e' spesso piccolo nel caso
dei gas - ma per gas in condizioni ordinarie siamo sul 10-20%,
nient'affatto trascurabile - mentre e' sempre grande nel caso dei
liquidi. Punto.

> discussione sui liquidi l'ho già fatta altrove e ho già chiarito che in
> tal caso l'errore di Cometa (riproposto da te, anche se in rierimento ai
> gas, con la tua interpretazione del ruolo del termine d'interazione
> molecolare) di sommare la "pressione interna" (Pint = -(dU/dV)T) alla
> pressione del fluido ideale (gas o liquido), con lo scopo di stimare la
> pressione esterna misurata dai manometri (che oltretutto, a differenza
> della pressione interna, dipende strettamente dalla profondità) è ancora
> più clamoroso

Sono stato troppo ottimista. Pensavo che tu ti fossi semplicemente
espresso male, invece sei veramente convinto dello sfondone - quello si'
clamoroso - che hai scritto e che ripeti in queste righe. Evidentemente
dovro' ripartire da concetti elementari di meccanica statistica.

La pressione (idrostatica) di un sistema e' data da P=-dA/dV, dove A e'
l'energia libera di Helmholtz E-TS e la derivata e' presa a T costante.
Sappiamo che A=-kln(Z) con Z=funzione di partizione microcanonica e k
ovviamente la costante di Boltzmann. Nella grande maggioranza dei casi Z
e' fattorizzabile in due termini, chiamiamoli R e Q, che dipendono
rispettivamente solo dalle quantita' di moto e dalle coordinate.
Eseguendo la derivata trovi P=k(dR/dV)/R+k(dQ/dV)/Q, e ricordando la
forma di Z trovi facilmente P = NkT/V-<dU/dV>.

Riconoscerai facilmente nel primo termine a secondo membro il termine di
pressione di un gas ideale nelle stesse condizioni termodinamiche (il
nostro caso, v. sopra), quindi ottieni che la pressione - la pressione
*vera* di un fluido - e'

P=P_{id}-<dU/dV>

ovvero quello che ho scritto la settimana scorsa. Ripeto: questa e' la
pressione *vera*, quella misurata dal manometro, quindi per ottenerla
correttamente *devi* sommare quel termine. Punto.

> poiché la pressione interna per l'acqua in condizioni
> standard è quasi tre ordini di grandezza superiore alla pressione esterna
> (idrostatica + atmosferica), che per livelli di liquido non
> fantascientifici è dell'ordine dell'atmosfera (1 atm ogni 10 metri di
> profondità).

Armato della dimostrazione che ti ho fatto sopra - ma che non e' nulla
di straordinario, la puo' fare uno studente qualunque dopo pochi giorni
di lezione di Meccanica Statistica - puoi vedere facilmente quale sia
l'errore elementare che hai commesso qui sopra: semplicemente, non hai
sommato il termine P_{id} al termine -<dU/dV>. Siccome i due termini
hanno valori comparabili, per l'acqua liquida in condizioni standard, e
siccome hanno segni opposti, i due termini si elidono ed ottieni la
pressione di poche atmosfere che giustamente dici. Se invece dimentichi
uno dei due termini, sia esso P_{id} o -<dU/dV>, ottieni risultati fuori
dal mondo. Ma questo e' ovvio, visto che in quel caso usi un'equazione
monca e percio' priva di senso fisico.

> In primo luogo, che per numerosi gas reali (fra le molecole semplici, fa
> eccezione l'idrogeno molecolare) le cose vadano come ho detto, ovvero che
> a parità di condizioni fisiche (T,V) la pressione del gas reale per T > Tc
> sia inferiore a quella del gas perfetto

E questo nessuno lo contesta. Infatti per molti gas reali il potenziale
e' in media attrattivo e pertanto il termine -<dU/dV> e' negativo. Tutto
in perfetto accordo con quanto ho detto.

> In secondo luogo, il confronto teorico tra gas perfetto e gas ideale si
> può fare in prima approssimazione (nei limiti di validità della equazione
> di Van der Waals,

Esatto. E se ti fai il calcolo con qualche parametro realistico vedrai
che la differenza tra P_{id} e P_{VdW} e' dell'ordine del 10-20%, come
dicevo.

> (in realtà volevi dire stessi T e rho, o T e V, Nota mia)

Giusta correzione, avevo scritto male.

> infatti, se fosse vero quanto avete sostenuto dovremmo avere:
> P - Po = Pint = -(dU/dV)T = - a/V^2

Ma neanche per sogno. Donde ti viene questa idea? Ed il fattore b - il
c.d. covolume - che fine ha fatto? Non penserai mica che un gas con a=0
e b=/=0 sia un gas ideale? Guarda che il termine b deriva
dall'interazione intermolecolare esattamente come ne deriva il termine a.

> poiché dalla (2) si deduce, tramite relazioni termodinamiche appropriate,
> esattamente che Pint = -a/V^2 ,

??????????????????????????????????

> mentre la (3) ci dice chiaramente che per il gas reale di VdW esiste un
> altro termine da sommare a secondo membro, dipendente da temperatura,
> volume e covolume, esattamente:
> RTb/V*(V-b) .

Gia', esattamente. E quel termine NON compare nell'eq. di stato di un
gas ideale. Quindi deriva dall'interazione intermolecolare. Quindi la
tua affermazione - vedi poche righe piu' sopra - che Pint=-<dU/dV>
dipende solo da a e' un altro grosso errore.

> Come vedi da parte mia nessuno sfondone.

No comment.

> Certo, ma vatti a rileggere (attentamente) il messaggio di Cometa da cui è
> partito il subthread, chi è che ha parlato, a proposito di gas e, in
> particolar modo di liquidi, di molecole che "premono di più" (parole
> testuali") a causa del termine d'interazione molecolare?
> E il "premere di più" delle molecole del fluido (gas o liquido) reale, con
> il potenziale d'interazione molecolare, cos'altro significa se non
> mostrare una pressione maggiore (quindi extrapressione positiva, non
> negativa)?

Puoi tranquillamente ottenere un gradiente di pressione a parita' di T e
rho variando le caratteristiche del fluido. Per esempio, creando un
opportuno gradiente di ionizzazione. In questo modo hai spinta di
Archimede senza differenza di densita' (ne' di T).
Aleph
2009-09-22 10:02:15 UTC
Permalink
Enrico SMARGIASSI ha scritto:

> Aleph wrote:

Per evitare confusioni nel seguito adotterò la tua notazione P_{id} per il
gas perfetto, mentre continuerò ad indicare con P la pressione del gas di
VdW. Continuerò anche, e t'invito a fare altrettanto, a considerare una
sola mole di gas e a scrivere l'equazione del gas perfetto nella forma

P_{id}V = RT (ed equivalenti) (a)

e quella di VdW come

(P + a/V^2)(V-b) = RT (ed equivalenti). (b)

...
> > Primo, nel periodo di sopra sto parlando di GAS NON DI LIQUIDI:

> Specificazione del tutto inutile, visto che il discorso e' lo stesso per
> entrambi. Non ci sono differenze qualitative sul discorso che stiamo
> facendo - e d'altronde, sarebbe difficile che cui fossero
...

La specificazioone è tutt'altro che inutile, sia perché da un punto di
vista quantitativo la pressione interna dei liquidi rispetto a quella dei
gas è enorme, sia per un altro motivo sostanziale che hai sorvolato nel
seguito e che ti ha condotto, riguardo ai liquidi, a considerazioni del
tutto prive di significato fisico.

> visto che
> tracciare una differenza netta tra gas e liquido e' problematico, come
> dimostra il fatto che e' possibile andare da uno all'altro senza
> incappare in una transizione di fase.

S'incappa in una transizione di fase del primo ordine.

> L'unica differenza e'
> quantitativa: l'effetto del termine -<dU/dV> e' spesso piccolo nel caso
> dei gas - ma per gas in condizioni ordinarie siamo sul 10-20%,
> nient'affatto trascurabile - mentre e' sempre grande nel caso dei
> liquidi. Punto.

Scusami se è poco, ma non basta c'è dell'altro come vedremo.

> > discussione sui liquidi l'ho già fatta altrove e ho già chiarito che in
> > tal caso l'errore di Cometa (riproposto da te, anche se in rierimento ai
> > gas, con la tua interpretazione del ruolo del termine d'interazione
> > molecolare) di sommare la "pressione interna" (Pint = -(dU/dV)T) alla
> > pressione del fluido ideale (gas o liquido), con lo scopo di stimare la
> > pressione esterna misurata dai manometri (che oltretutto, a differenza
> > della pressione interna, dipende strettamente dalla profondità) è ancora
> > più clamoroso

> Sono stato troppo ottimista. Pensavo che tu ti fossi semplicemente
> espresso male, invece sei veramente convinto dello sfondone - quello si'
> clamoroso - che hai scritto e che ripeti in queste righe.

Come al solito lo vedremo alla fine chi ha detto sfondoni.

> Evidentemente
> dovro' ripartire da concetti elementari di meccanica statistica.

Volo pindarico assolutamente non necessario e fuorviante (visto che nei
fatti ti ha fuorviato).

Come mai per confutare le mie asserzioni ricorri alla Meccanica
Statistica, quando io mi sono mosso in ambito strettamente termodinamico?

Forse non te ne sei accorto, ma nel post precedente, riguardo alla
differenza di pressione tra gas perfetto e gas reale di VdW ho dimostrato
un teorema di termodinamica che discende direttamente e inequivocabilmente
dai seguenti presupposti:

1) la normale definizione termodinamica di pressione interna
Pint = - (dU/dV)T;

2) il primo principio della termodinamica (in forma differenziale);

3) una delle relazioni di Maxwell tra grandezze termodinamiche;

4) l'equazione di VdW per il gas reale e di Clapeyron per il gas perfetto.

Con questi elementi ho dimostrato (saltando unicamente un passaggio, che
in questo post espliciterò), che la pressione interna di un gas di VdW è
unicamente

Pint = -a/V^2

e che quindi l'asserzione in base a cui sarebbe

P = P_{id} + Pint ,

è sbagliata, poiché altrimenti ne discenderebbe che la differenza tra la
pressione di VdW e quella del gas perfetto sarebbe pari a

P - P_{id} = -a/V^2

e non come ho mostrato nel post precedente, facendo la differenza membro a
membro tra le equazioni del punto 4)

P - P_{id} = RTb/V(V-b) - a/V^2 .

E veniamo al passaggio che avevo saltato (è quello che consente di
giungere all'equazione Pint = -a/V^2 per il gas di VdW).

Si parte dalla definizione termodinamica di pressione interna

Pint = -(dU/dV)T (1)

poiché:

dU = TdS - PdV (2)

possiamo riscrivere la (1) come

Pint = -T(dS/dV)T + P (3)

utilizzando la seguente relazione termodinamica di Maxwell:

(dS/dV)T = (dP/dT)V

e sostituendo nella (3) abbiamo infine

Pint = P -T(dP/dT)V (4)

Adesso, per esplicitare il secondo membro della (4), basta sostituire al
posto di P e (dP/dT)V le espressioni che derivano dalla legge di VdW dei
gas reali:

Pint = RT/(V-b) -a/V^2 -TR(V-b) = -a/V^2

C.V.D.


A questo punto lascio a te il compito di dimostrare, sulla base di
considerazioni strettamente termodinamiche (la Meccanica Statistica non è
necessaria), perché il teorema dimostrato sopra (E' un classico, riportato
pari pari, tra gli altri, nel Sycev et al. Termodinamica Tecnica, edizioni
MIR, par. 37 e seguenti) sarebbe sbagliato.

> La pressione (idrostatica) di un sistema e' data da P=-dA/dV, dove A e'
> l'energia libera di Helmholtz E-TS e la derivata e' presa a T costante.
> Sappiamo che A=-kln(Z) con Z=funzione di partizione microcanonica e k
> ovviamente la costante di Boltzmann. Nella grande maggioranza dei casi Z
> e' fattorizzabile in due termini, chiamiamoli R e Q, che dipendono
> rispettivamente solo dalle quantita' di moto e dalle coordinate.
> Eseguendo la derivata trovi P=k(dR/dV)/R+k(dQ/dV)/Q, e ricordando la
> forma di Z trovi facilmente P = NkT/V-<dU/dV>.

Le tue righe mi hanno fatto ripensare alla bella frase di Einstein (che
non ricordo a memoria), in cui afferma che (grosso modo) la Termodinamica
gli aveva sempre fatto da guida (per via della sua concretezza e
robustezza dei suoi capisaldi), anche nei momenti più critici dei suopi
lavori.

Tu ti sei comportato in maniera opposta: hai lasciato, senza alcun motivo,
l'ambito della termodinamica e ti sei avventurato in una dimostrazione che
non è una dimostrazione (scusa sai, ma non è che nelle dimostrazioni uno
possa usare espressioni come "nella maggioranza dei casi", né evitare di
esplicitare la forma completa della funzione di partizione, che dovrebbe
condurre all'equazione di stato di VdW, la quale è il punto di partenza
della discussione) e per questo, almeno in questo thread, non intendo
seguirti su questa strada.

> Riconoscerai facilmente nel primo termine a secondo membro il termine di
> pressione di un gas ideale nelle stesse condizioni termodinamiche (il
> nostro caso, v. sopra), quindi ottieni che la pressione - la pressione
> *vera* di un fluido - e'

> P=P_{id}-<dU/dV>

Il risultato a cui giungi è sbagliato, l'ho dimostrato all'inizio:
l'espressione che hai scritto sopra non è vera per un gas di VdW e a
forziori (a forziori^3 direi) è assolutamente priva di senso per un
liquido,
considerando che per i liquidi neppure esiste l'analogo del gas ideale in
termini di sistema fisico reale o, peggio, di equazione di stato valida.

Questo è il punto cui mi riferivo all'inizio a proposito della differenza
fisica sostanziale tra gas e liquidi: i primi sono descrivibili abbastanza
bene in prima approssimazione dall'equazione di Clapeyron, tant'è vero che
Boyle-Mariotte, Gay-Lussac etc. arrivarono alle loro espressioni per via
sperimentale, operando sperimentalmente con gas reali.
Per i liquidi ciò non è assolutamente possibile: non esiste un'equazione
di stato del liquido ideale che sia utilizzabile per descrivere inmaniera
accettabile nemmeno il più semplice liquido monoatomico (l'Argon), per non
parlare dei liquidi molecolari (tra cui ricade l'acqua) e di tutte le
altre fattispecie individuate.

La tua affermazione secondo cui per un liquido reale (sopra hai parlato
genericamente di fluido) varrebbe l'espressione:

P=P_{id}-<dU/dV>

è una semplice petizione di principio ed è ancora più sbagliata che nel
caso dei gas reali, poiché la P_{id} del liquido ideale non è neppure
utilmente definibile e in ogni caso non vale certo NkT/V come per i gas.

...
> Armato della dimostrazione che ti ho fatto sopra - ma che non e' nulla
> di straordinario, la puo' fare uno studente qualunque dopo pochi giorni
> di lezione di Meccanica Statistica
...

Peccato che non sia una dimostrazione, non dico rigorosa, ma neppure
accettabile.

> - puoi vedere facilmente quale sia
> l'errore elementare che hai commesso qui sopra: semplicemente, non hai
> sommato il termine P_{id} al termine -<dU/dV>. Siccome i due termini
> hanno valori comparabili, per l'acqua liquida in condizioni standard, e
> siccome hanno segni opposti, i due termini si elidono ed ottieni la
> pressione di poche atmosfere che giustamente dici.

Altra petizione di principio grossa come un macigno.
Dimostrami, numeri alla mano non a chiacchere, che la pressione P_{id}
dedotta all'equazione di stato del liquido ideale (P = NkT/V ????) vale a
323 K circa 3.301 atm, in modo tale che la differenza con la Pint della
acqua a 323 K, che vale circa 3.300 e rotti, sia proprio dell'ordine di
grandezza di 1 atm, come è per la pressione idrostatica dell'acqua
condislivelli dell'ordine dei metri.

Io il conto l'ho fatto e, con P_{id} = NkT/V, ottengo per il "liquido
ideale" all'incirca 1.500 atm, molto lontano dall'obiettivo indicato.

> > infatti, se fosse vero quanto avete sostenuto dovremmo avere:
> > P - Po = Pint = -(dU/dV)T = - a/V^2

> Ma neanche per sogno. Donde ti viene questa idea?

Dal teorema dimostrato all'inizio di cui attendo confutazione.

> Ed il fattore b - il
> c.d. covolume - che fine ha fatto? Non penserai mica che un gas con a=0
> e b=/=0 sia un gas ideale? Guarda che il termine b deriva
> dall'interazione intermolecolare esattamente come ne deriva il termine a.

Semplicemente, data la definizione termodinamica di Pint e assunta per
valida l'equazione di VdW, si dimostra che il covolume non contribuisce a
Pint (mentre ovviamente contribuisce, eccome se contribuisce, a P).
E' da più di un post che sto insistendo su questo punto ed è per questo
(come ormai dovrebbe esserti chiaro) che la tua conclusione

P=P_{id}-<dU/dV>

è sbagliata.

> > poiché dalla (2) si deduce, tramite relazioni termodinamiche appropriate,
> > esattamente che Pint = -a/V^2 ,

> ??????????????????????????????????

E' chiaro ora?

...
> Gia', esattamente. E quel termine NON compare nell'eq. di stato di un
> gas ideale. Quindi deriva dall'interazione intermolecolare. Quindi la
> tua affermazione - vedi poche righe piu' sopra - che Pint=-<dU/dV>
> dipende solo da a e' un altro grosso errore.

L'errore, come ti ho dimostrato sopra, l'hai commesso tu.

> > Certo, ma vatti a rileggere (attentamente) il messaggio di Cometa da cui è
> > partito il subthread, chi è che ha parlato, a proposito di gas e, in
> > particolar modo di liquidi, di molecole che "premono di più" (parole
> > testuali") a causa del termine d'interazione molecolare?
> > E il "premere di più" delle molecole del fluido (gas o liquido) reale, con
> > il potenziale d'interazione molecolare, cos'altro significa se non
> > mostrare una pressione maggiore (quindi extrapressione positiva, non
> > negativa)?

> Puoi tranquillamente ottenere un gradiente di pressione a parita' di T e
> rho variando le caratteristiche del fluido.

Oh bella!... si ricomincia daccapo?
Adesso torni a sostenere, cosa che davi per pacifica qualche post fa, che
l'equazione di stato di un fluido (i gas o liquidi reali da cui è partita
la discussione, non certo fluidi esotici, plasmi, soluzioni ioniche, etc.)
non è una relazione tra P, rho, e T?
Ma hai presente da dove è cominciata questa discussione?

> Per esempio, creando un
> opportuno gradiente di ionizzazione. In questo modo hai spinta di
> Archimede senza differenza di densita' (ne' di T).

C.V.D.: ti riferisci ad altro.

Spiacente ma cometa non stava parlando di alcun gradiente di ionizzazione
nel post incriminato, né nessuno sino ad allora aveva mai parlato in alcun
modo di fluidi ionizzati et similia.

[Ad ogni modo la mia precisazione originale era solo per farti capire che
non ero stato certo io a interpretare l'extrapressione dovuta al
potenziale d'interazione come "normalmente" positiva.
Penso che tu possa concedermi senza difficoltà che riguardo a questo
punto, peraltro secondario, ho ragione.]

Saluti,
Aleph




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Aleph
2009-09-22 13:38:29 UTC
Permalink
Aleph ha scritto:

...
> Le tue righe mi hanno fatto ripensare alla bella frase di Einstein (che
> non ricordo a memoria), in cui afferma che (grosso modo) la Termodinamica
> gli aveva sempre fatto da guida (per via della sua concretezza e
> robustezza dei suoi capisaldi), anche nei momenti più critici dei suopi
> lavori.

Forse era questa:

"A theory is more impressive the greater the simplicity of its premises,
the more different are the kinds of things it relates, and the more
extended its range of applicability. Therefore, the deep impression which
classical thermodynamics made on me. It is the only physical theory of
universal content, which I am convinced, that within the framework of
applicability of its basic concepts will never be overthrown."

Saluti,
Aleph

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Enrico SMARGIASSI
2009-09-22 14:49:06 UTC
Permalink
Aleph wrote:

> S'incappa in una transizione di fase del primo ordine.

No. Ho detto "necessariamente", il che significa che esiste almeno un
modo per passare da liquido a gas, o viceversa, che non richiede una
transizione di fase. E suppongo che tu sappia che di modi del genere ne
esistono infiniti.

> Come mai per confutare le mie asserzioni ricorri alla Meccanica
> Statistica, quando io mi sono mosso in ambito strettamente termodinamico?

A parte il fatto che sarebbe assai sorprendente se MS e TD dessero
risultati cosi' diversi in ambiti ove sono entrambi applicabili, come ti
spiego appena piu' sotto ricorrere alla MS in questo caso e'
indispensabile.

> 1) la normale definizione termodinamica di pressione interna
> Pint = - (dU/dV)T;

Eccoci qua. Cometa ed io abbiamo esplicitamente parlato del POTENZIALE
DI INTERAZIONE DELLE PARTICELLE, e di conseguenza dell' ENERGIA
POTENZIALE DI INTERAZIONE DELLE PARTICELLE. Questo concetto ovviamente
ha un senso solo in una descrizione MICROscopica, ed una teoria
MACROscopica come la TD su di esso non ha ovviamente nulla da dire. Tu
purtroppo hai interpretato, non so perche', come se avessimo detto
ENERGIA INTERNA (questo e' ovvio dalla relazione che hai scritto qui
sopra), e la conseguenza inevitabile e' che hai scritto cose che col
nostro discorso non c'entravano nulla. Come la dimostrazione che
seguiva, che a questo punto e' chiaramente irrilevante e che percio' taglio.

> ti sei avventurato in una dimostrazione che non è una dimostrazione

Potresti lamentarti con i referee e gli editor del Physical Review B,
che me l'hanno pubblicata senza problemi [E. Smargiassi & P.A. Madden,
Phys. Rev B vol. 51, pag. 117 (1995), appendice A]. Ma e' talmente
semplice ed ovvia (per chi ne sa un pochino di MS, ovviamente) che mi
sarei sorpreso del contrario.

> (scusa sai, ma non è che nelle dimostrazioni uno
> possa usare espressioni come "nella maggioranza dei casi"

Mica siamo su di una rivista scientifica, non trovo sia il caso di
scrivere con lo stesso rigore. Comunque se vuoi sapere cosa significa
"nella maggioranza dei casi" significa "ogni volta che puoi scomporre
l'Hamiltoniana in K(p)+V(q)" (anche questo l'avevo scritto
esplicitamente), il che in pratica (a meno di discorsi su
Born-Oppenheimer ecc. che ci porterebbero piuttosto lontano e comunque
sono praticamente ininfluenti) significa "in assenza di campi
magnetici". E questo effettivamente copre la maggioranza dei casi che
incontri nella pratica.

> né evitare di
> esplicitare la forma completa della funzione di partizione

Pensavo che tu sapessi com'e` fatta una funzione di partizione.
Comunque, nell' ensemble canonico, e' Z=somma[exp(-H/kT)}. Non hai
bisogno di sapere altro ne' di fare ulteriori specificazioni, eccetto la
scomposizione di H detta prima: la dimostrazione e' del tutto generale.
Prova a ripercorrerla, sono solo un paio di derivate, poi mi dirai se e
dove per te e' sbagliata. Ma non lo e'.

> Il risultato a cui giungi è sbagliato, l'ho dimostrato all'inizio:
> l'espressione che hai scritto sopra non è vera per un gas di VdW

A questo punto dovrebbe esserti chiaro che l'espressione che ho scritto
e' esatta, e che la discordanza deriva dal tuo fraintendimento di
partenza (vedi sopra).

> considerando che per i liquidi neppure esiste l'analogo del gas ideale in
> termini di sistema fisico reale o, peggio, di equazione di stato valida.

Questo commento proprio non lo capisco: io faccio riferimento ad un gas
ideale 1) per comodita' 2) per sottolineare che la diff. di
comportamento di un gas ideale con un gas reale od un liquido (alle
stesse T e rho) reale e' interamente dovuta al pot. di interazione (cosa
del tutto ovvia, ma pareva necessario ribadirlo). Che il g.i. sia una
buona descrizione di un liquido non mi sono mai sognato di affermarlo,
il mio ragionamento non richiede di affermarlo, quindi non c'entra nulla.

> Questo è il punto cui mi riferivo all'inizio a proposito della differenza
> fisica sostanziale tra gas e liquidi:

Differenza che in questo contesto e' irrilevante. Gas e liquidi hanno la
stessa simmetria (vedi cio' che dicevo prima sulla possibilita' di
trasformare gli uni negli altri senza transizioni di fase) e, a
differenza dei solidi, sono descritti dalle stesse variabili TD. Che poi
gli uni o gli altri siano descrivibili bene o male con questa o quella
equazione nulla importa se quell'equazione nel discorso non viene usata
- ed io, per esempio, Clapeyron non l'ho manco sfiorata.

> Dimostrami, numeri alla mano non a chiacchere, che la pressione P_{id} [ecc..]

A parte che dovrei essere io a chiederti per primo come calcoli le 3000
e passa atmosfere, e' chiaro che stai parlando di una cosa - Pint -
diversa da quella di cui si stava discutendo (vedi sopra). E' ovvio che
i conti non ti tornino.

> Adesso torni a sostenere, cosa che davi per pacifica qualche post fa, che
> l'equazione di stato di un fluido (i gas o liquidi reali da cui è partita
> la discussione, non certo fluidi esotici, plasmi, soluzioni ioniche, etc.)
> non è una relazione tra P, rho, e T?

Certo che non lo sostengo. Sto dicendo che se hai una stratificazione di
fluidi dalle caratteristiche diverse (es.: ionizzazioni diverse, ma e'
solo un esempio) avrai pressioni diverse a rho e T costanti,
semplicemente perche' ogni strato conterra' un fluido diverso con un'
eq. di stato diversa ad ogni quota. Ognuna di queste eq. di stato,
ovviamente, dipendera' solo da T e rho. Ma la pressione ovviamente
dipendera' dallo strato.

> Spiacente ma cometa non stava parlando di alcun gradiente di ionizzazione
> nel post incriminato, né nessuno sino ad allora aveva mai parlato in alcun
> modo di fluidi ionizzati et similia.

Invece si', anzi e' proprio un post di Cometa che mi ha suggerito
l'esempio della ionizzazione. In ogni caso era solo un esempio, se ne
possono fare altri.
Aleph
2009-09-23 09:30:20 UTC
Permalink
Enrico SMARGIASSI ha scritto:

> Aleph wrote:

...
> > 1) la normale definizione termodinamica di pressione interna
> > Pint = - (dU/dV)T;

> Eccoci qua. Cometa ed io abbiamo esplicitamente parlato del POTENZIALE
> DI INTERAZIONE DELLE PARTICELLE, e di conseguenza dell' ENERGIA
> POTENZIALE DI INTERAZIONE DELLE PARTICELLE.

Hai ragione, è vero.
E questo fatto spiega anche come mai ognuno fosse convinto che le
relazioni dell'altro fossero errate: semplicemente indicavamo con gli
stessi simboli grandezze diverse.
L'errore d'interpretazione è senz'altro mio, d'altra parte il concetto
termodinamico di "pressione interna" è definito come ho detto (tramite
riferimento alla derivata dell'energia interna non dell'energia del
potenziale d'interazione intermolecolare) e io davo per scontato che
condividevate questa definizione (ma, a quanto ho visto googlando un po',
sembra più un concetto in voga tra i chimici fisici, che tra i fisici
molecolari).
D'altra parte il mio fraintendimento è stato facilitato dal fatto che
abbiamo indicato le due quantità (Pint e contributo di pressione dovuto al
termine d'interazione) nello stesso modo, a parte il simbolo di media
sull'ensemble rappresentato dalle parenti ad angolo della tua scrittura
(sarebbe bastato che indicassi da subito l'energia interna con E invece
che con U e la differenza delle due scritture sarebbe saltata agli occhi
immediatamente).
Mi ero chiesto però, senza darmi una risposta, come mai tu continuassi
imperterrito ad usare l'espressione differenziale, senza mai esprimerla
con il simbolo Pint che usavo io.

> Questo concetto ovviamente
> ha un senso solo in una descrizione MICROscopica, ed una teoria
> MACROscopica come la TD su di esso non ha ovviamente nulla da dire.

Chiaro.
Tuttavia questo mi fa sorgere nuove domande su quanto sia utile un
aproccio del genere nello specifico dell'equazione di Van der Waals dei
gas reali e quanto sia applicabile alla generalità dei fluidi reali.

L'equazione di Van der Waals, ed equazioni consimili, sono il frutto di un
approccio euristico al problema delle interazioni molecolari nei gas, nel
senso che non partono dalla definizione di un'interazione microscopica (a
due particelle o più complessa) ben definita.
Non so se qualcuno si sia mai posto il problema, ma mi sembra una
questione poco rilevante, più matematica che fisica, di individuare che
tipo d'interazioni molecolari microscopiche (probabilmente ce ne sono
molte) sono in grado di portare a un'equazione macroscopica come quella di
VdW.
E d'altra parte mi chiedo quanta parte dei liquidi reali sono
rappresentabili con potenziali d'interazioni ben definiti (e funzionanti),
che rendano l'espressione P = P_{id} + <-dU/DV>, qualcosa di diverso da
una comoda e generale scrittura in cui il termine principale è muto
(incognito).

Un'altra domanda è la seguente: "Che relazione è possibile stabilire, in
generale e nello specifico del gas di VdW, tra energia interna e energia
potenziale d'interazione mediata sull'ensemble?

Per VdW ha senso dire che l'energia interna è esprimibile con un termine
cinetico (dipendente dalla temperatura) + l'energia del potenziale
d'interazione molecolare?

...
> > né evitare di
> > esplicitare la forma completa della funzione di partizione

> Pensavo che tu sapessi com'e` fatta una funzione di partizione.

Ma infatti non era quella la domanda (anch'io ho dato istituzioni di
fisica teorica qualche anno fa)

La mia frase completa era:

"né evitare di esplicitare la forma completa della funzione di partizione,
che dovrebbe condurre all'equazione di stato di VdW"

e conteneva implicitamente la seguente domanda, forse un po' meno banale
di quella che mi hai attribuito: "Qual è l'hamiltoniana d'interazione
molecolare (esplicita) che conduce all'equazione di VdW".
Perchè a rigore, se non espliciti quella, potremmo anche non sapere se
essa è fattorizzabile secondo l'ipotesi del tuo teorema e comunque
l'espressione
<-dU/DV> sarebbe, come dicevo, muta.

> Comunque, nell' ensemble canonico, e' Z=somma[exp(-H/kT)}. Non hai
> bisogno di sapere altro ne' di fare ulteriori specificazioni, eccetto la
> scomposizione di H detta prima: la dimostrazione e' del tutto generale.
> Prova a ripercorrerla, sono solo un paio di derivate, poi mi dirai se e
> dove per te e' sbagliata.

L'ho ripercorsa ed effettivamente la prima parte è banale.
La seconda invece non mi pare immediata: mi mancano i passaggi finali,
quelli che portano dall'espressione in funzione delle derivate di R e Q ai
due termini finali dell'equazione, ma confesso di non vaerci pensato molto.

...
> > Dimostrami, numeri alla mano non a chiacchere, che la pressione P_{id}
[ecc..]

> A parte che dovrei essere io a chiederti per primo come calcoli le 3000
> e passa atmosfere, e' chiaro che stai parlando di una cosa - Pint -
> diversa da quella di cui si stava discutendo (vedi sopra). E' ovvio che
> i conti non ti tornino.

Le 3.000 e passa atm per la Pint dell'acqua a 373 K sono frutto di una
misura sperimentale.

...
> > Spiacente ma cometa non stava parlando di alcun gradiente di ionizzazione
> > nel post incriminato, né nessuno sino ad allora aveva mai parlato in alcun
> > modo di fluidi ionizzati et similia.

> Invece si', anzi e' proprio un post di Cometa che mi ha suggerito
> l'esempio della ionizzazione. In ogni caso era solo un esempio, se ne
> possono fare altri.

Ti sbagli, nel post del 9 settembre di cometa, a cui si riallaccia il
presente subthread, non c'è cenno a fluidi ionizzati, com'è giusto che
fosse del resto, visto le mosse da cui ha avuto avvio la discussione: ne
parla per la prima volta solo il giorno 11.

Nel post del 9, che a questo punto, a mente fredda, t'invito pacatamente a
rileggere, c'erano alcune considerazioni di carattere generale che,
riferite al generico fluido (al di fuori dei casi particolari espressi in
seguito), continuo a ritenere sbagliate.

Tra cui (oltre all'accenno al "premere di più" delle molecole per via del
potenziale d'interazione, come se le extrapressioni dovessero essere
considerate normalmente positive), questa:

"Questo perche' la pressione non dipende soltanto dal numero di urti per
unita' di tempo (a pari quantita' di moto delle particelle), dipende anche
dal potenziale di interazione di queste."

Semmai doveva dire (e non avrei avuto nulla da obiettare): "la pressione
per fluidi in condizioni standard (quelli che stavamo considerando)
DIPENDE, a parità di quantità di moto (fluidi isotermi) delle particelle,
soltanto dal numero di urti per unita' di tempo, fattori tuttavia sono
entrambi influenzati dal potenziale di interazione molecolare".

Saluti,
Aleph

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Enrico SMARGIASSI
2009-09-24 16:16:00 UTC
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Aleph wrote:

[pressione interna]

> (ma, a quanto ho visto googlando un po',
> sembra più un concetto in voga tra i chimici fisici, che tra i fisici
> molecolari).

In effetti non l'avevo mai sentita chiamare cosi'. Compulsando gli
indici analitici dei libri di TD che ho sottomano (Fermi, Zemanski,
Callen, Reif, Lewis&Randall) l'ho trovata menzionata solo nel Glasstone,
intitolato, guarda caso, "Thermodynamics for Chemists"...

> Non so se qualcuno si sia mai posto il problema, ma mi sembra una
> questione poco rilevante, più matematica che fisica, di individuare che
> tipo d'interazioni molecolari microscopiche (probabilmente ce ne sono
> molte) sono in grado di portare a un'equazione macroscopica come quella di
> VdW.

Non mi sono mai posto il problema nemmeno io, ma il mio hunch e'
diverso: sospetto che non ci sia nessun potenziale siffatto. Dopotutto,
anche il sistema che ingenuamente uno potrebbe sospettare essere il
piu' vicino a VdW, cioe' sfere dure + interazione alla Lennard-Jones da'
una eq. di stato diversa.

> E d'altra parte mi chiedo quanta parte dei liquidi reali sono
> rappresentabili con potenziali d'interazioni ben definiti (e funzionanti),
> che rendano l'espressione P = P_{id} + <-dU/DV>, qualcosa di diverso da
> una comoda e generale scrittura in cui il termine principale è muto
> (incognito).

Guarda, e' tutta una carriera che ci sto sopra... Di potenziali ne sono
stati proposti tantissimi: dai piu' crudi (sfere dure, Lennard-Jones), a
modelli semiempirici piu' o meno sofisticati, alcuni di essi con decine
(!) di parametri aggiustabili, fino al calcolo diretto dell'interazione
tramite la soluzione dell'eq. di Schroedinger. Nessuno e' "esatto", ma
molti ci si avvicinano abbastanza per gli scopi che ci si prefigge, che
sono essenzialmente il calcolo o la simulazione numerica. Avendo
abbastanza risorse computazionali a disposizione, non e' difficile
arrivare ad accuratezze di qualche % su svariate grandezze.

> Per VdW ha senso dire che l'energia interna è esprimibile con un termine
> cinetico (dipendente dalla temperatura) + l'energia del potenziale
> d'interazione molecolare?

Mi pare di no: c'e` un termine entropico di mezzo, che dipende anch'esso
dal potenziale, che non credo sia trattabile cosi' semplicemente.

> Perchè a rigore, se non espliciti quella, potremmo anche non sapere se
> essa è fattorizzabile secondo l'ipotesi del tuo teorema e comunque
> l'espressione <-dU/DV> sarebbe, come dicevo, muta.

Il problema di principio comunque non sussisterebbe: sappiamo che le
interazioni intramolecolari sono quasi sempre di origine elettrostatica,
ed in tal caso l'Hamiltoniana, formalmente, la sappiamo scrivere, e
sappiamo che la fattorizzazione e' possibile. Il problema sarebbe
"solamente" di trovarne un'espressione esplicita e calcolabile.

> La seconda invece non mi pare immediata: mi mancano i passaggi finali,
> quelli che portano dall'espressione in funzione delle derivate di R e Q ai
> due termini finali dell'equazione, ma confesso di non vaerci pensato molto.

E' che me la ricordavo un po' piu' semplice di come in effetti e'... Il
termine R e' indipendente da V e percio' da' banalmente 0. L'integrale
configurazionale Q invece ha una dipendenza dal volume anche tramite gli
estremi d'integrazione, dipendenza importante perche' e' quella che ti
da' il termine di gas ideale [lo vedi subito ponendo V(q)=0]. Il modo
piu' semplice di tenerne conto e' di cambiare le variabili in
q'=q/V^(1/3) e percio' d^(3N)q=V^Nd^(3N)q'. A questo punto
l'integrazione e' sull'ipercubo unitario, e l'integrando e' prop. a
dU/dVexp(-U/kT)/Z, cioe' proprio la prob. di avere dU/dV in quella
configurazione: quindi e' (prop. a) la media di dU/dV.

> Nel post del 9, che a questo punto, a mente fredda, t'invito pacatamente a
> rileggere, c'erano alcune considerazioni di carattere generale che,
> riferite al generico fluido (al di fuori dei casi particolari espressi in
> seguito), continuo a ritenere sbagliate.

Mah, non vedo ragione di cambiare quello che ho scritto. Se ho tempo
comunque ci penso un altro po'.

> Semmai doveva dire (e non avrei avuto nulla da obiettare): "la pressione
> per fluidi in condizioni standard (quelli che stavamo considerando)
> DIPENDE, a parità di quantità di moto (fluidi isotermi) delle particelle,
> soltanto dal numero di urti per unita' di tempo, fattori tuttavia sono
> entrambi influenzati dal potenziale di interazione molecolare".

Secondo me il concetto stesso di "urto" diventa problematico non appena
ci si allontana dai gas diluiti. Infatti richiede di avere un moto
descrivibile mediante tratti relativamente lunghi di moto quasilibero
intervallati da tratti piu' brevi d interazion intensa. Basta passare a
gas a pressioni un po' maggiori di quelle usuali - diciamo 10-100
atmosfere - perche' una tale descrizione diventi di dubbia utilita'.
Giorgio Pastore
2009-09-24 18:57:40 UTC
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Enrico SMARGIASSI wrote:
> Aleph wrote:
...
>> Non so se qualcuno si sia mai posto il problema, ma mi sembra una
>> questione poco rilevante, più matematica che fisica, di individuare che
>> tipo d'interazioni molecolari microscopiche (probabilmente ce ne sono
>> molte) sono in grado di portare a un'equazione macroscopica come
>> quella di
>> VdW.
>
> Non mi sono mai posto il problema nemmeno io, ma il mio hunch e'
> diverso: sospetto che non ci sia nessun potenziale siffatto. Dopotutto,
> anche il sistema che ingenuamente uno potrebbe sospettare essere il
> piu' vicino a VdW, cioe' sfere dure + interazione alla Lennard-Jones da'
> una eq. di stato diversa.

Qualcuno (Lebowitz e Penrose, se non erro) il problema se lo e' posto e
la risposta e' affermativa in senso asintotico: al limite di potenziali
sempre piu' lunga portata e semre minore ampiezza l' equazione di stato
tende a quella di vdW.


>> Per VdW ha senso dire che l'energia interna è esprimibile con un termine
>> cinetico (dipendente dalla temperatura) + l'energia del potenziale
>> d'interazione molecolare?
>
> Mi pare di no: c'e` un termine entropico di mezzo, che dipende anch'esso
> dal potenziale, che non credo sia trattabile cosi' semplicemente.
...
Per qualsiasi sistema, una volta decomposta l' energia in termine
cinetico e termine potenziale si puo' scrivere l' energia interna come
somma di due contributi. Tuttavia, anche il termine potenziale dipende
dalla temperature. Non solo quello cinetico.

Tuttavia se il gas di vdW e' inteso quello che ha l' eq. di stato di
vdw, occorre anche notare, preliminarmente a qualsiasi discussione, che
la sola equazione di stato per la pressione non dice nulla sull' energia
interna e come questa dipenda dai parametriin gioco.

Giorgio
LuigiFortunati
2009-09-25 15:40:21 UTC
Permalink
A conclusione di questo interessante dibattito, e considerato che la
disputa e' nata da una mia frase, m'interessa avere un giudizio di
merito, perche' non ho ancora capito bene se la mia risposta e' stata,
alla fine, giudicata esatta o errata.

La diatriba e' nata cosi'...

Il proponente la discussione ha chiesto: Immaginiamo un tubo di
vetro idealmente vuoto che si trovi sul pianeta Terra. Immaginiamo di
iniettarvi all'interno un po' di un qualsiasi gas. Il gas "cadrà", "si
assesterà" sul fondo del tubo oppure si espanderà in maniera da
occupare tutto il volume disponibile?

Domanda dai termini inequivocabili, quali il "qualsiasi gas" il
"tubo" e il "pianeta Terra".

Quindi nessun pianeta extraterrestre e nessun gradiente di
temperatura o di ionizzazione.

Io avevo risposto: le particelle di gas si addensano certamente di
piu' in basso, e di meno in alto. Se cosi' non fosse, non ci sarebbe
alcuna spinta di Archimede.

Sottinteso quindi... qui sul pianeta terra e con un normale gas a
temperatura e ionizzazione uniformi (altrimenti non si potrebbe capire
come sia possibile iniettare del gas a differente temperatura o
ionizzazione, senza che le molecole, nel tubo, si rimescolino tra
loro).

Cometa_luminosa ha scritto che la risposta era sbagliata.

Alla luce di tutti i chiarimenti e le spiegazioni, qualcuno puo'
dirmi se la mia risposta era corretta o no?

Grazie, Luigi.
Tommaso Russo, Trieste
2009-09-25 22:54:43 UTC
Permalink
LuigiFortunati wrote:
> A conclusione di questo interessante dibattito, e considerato che la
> disputa e' nata da una mia frase, m'interessa avere un giudizio di
> merito, perche' non ho ancora capito bene se la mia risposta e' stata,
> alla fine, giudicata esatta o errata.
>
> La diatriba e' nata cosi'...
>
> Il proponente la discussione ha chiesto: Immaginiamo un tubo di
> vetro idealmente vuoto che si trovi sul pianeta Terra. Immaginiamo di
> iniettarvi all'interno un po' di un qualsiasi gas. Il gas "cadrà", "si
> assesterà" sul fondo del tubo oppure si espanderà in maniera da
> occupare tutto il volume disponibile?
>
> Domanda dai termini inequivocabili, quali il "qualsiasi gas" il
> "tubo" e il "pianeta Terra".
>
> Quindi nessun pianeta extraterrestre e nessun gradiente di
> temperatura o di ionizzazione.
>
> Io avevo risposto: le particelle di gas si addensano certamente di
> piu' in basso, e di meno in alto.

Giusto.

> Se cosi' non fosse, non ci sarebbe
> alcuna spinta di Archimede.

Sbagliato.

> Sottinteso quindi... qui sul pianeta terra e con un normale gas a
> temperatura e ionizzazione uniformi (altrimenti non si potrebbe capire
> come sia possibile iniettare del gas a differente temperatura o
> ionizzazione, senza che le molecole, nel tubo, si rimescolino tra
> loro).
>
> Cometa_luminosa ha scritto che la risposta era sbagliata.
>
> Alla luce di tutti i chiarimenti e le spiegazioni, qualcuno puo'
> dirmi se la mia risposta era corretta o no?


Ti ho risposto.

> Grazie, Luigi.

ciao

--
TRu-TS
Alcune scorie non si possono processare: lo dice il lodo Alfano.
LuigiFortunati
2009-09-26 06:21:14 UTC
Permalink
On 26 Set, 00:54, "Tommaso Russo, Trieste" <***@tin.it> wrote:
> > A conclusione di questo interessante dibattito, e considerato che la
> > disputa e' nata da una mia frase, m'interessa avere un giudizio di
> > merito, perche' non ho ancora capito bene se la mia risposta e' stata,
> > alla fine, giudicata esatta o errata.
>
> > La diatriba e' nata cosi'...
>
> > Il proponente la discussione ha chiesto: Immaginiamo un tubo di
> > vetro idealmente vuoto che si trovi sul pianeta Terra. Immaginiamo di
> > iniettarvi all'interno un po' di un qualsiasi gas. Il gas "cadrà", "si
> > assesterà" sul fondo del tubo oppure si espanderà in maniera da
> > occupare tutto il volume disponibile?
>
> > Domanda dai termini inequivocabili, quali il "qualsiasi gas" il
> > "tubo" e il "pianeta Terra".
>
> > Quindi nessun pianeta extraterrestre e nessun gradiente di
> > temperatura o di ionizzazione.
>
> > Io avevo risposto: le particelle di gas si addensano certamente di
> > piu' in basso, e di meno in alto.
>
> Giusto.
>
> > Se cosi' non fosse, non ci sarebbe
> > alcuna spinta di Archimede.
>
> Sbagliato.
>

Quindi tu affermi che senza la differenza di densita', la spinta
verso l'alto ci sarebbe ugualmente?

In tal caso, da cosa deriverebbe?

Dal gradiente di temperatura e/o di ionizzazione?

Ti ricordo che stiamo parlando di un "normale" tubo, pieno di un
"normale" gas, qui sulla terra.

Oppure deriverebbe dal diverso potenziale d'interazione molecolare?

In tal caso, quale sarebbe la causa che determina un maggiore
potenziale molecolare degli strati posti in basso?

Luigi.
Tommaso Russo, Trieste
2009-09-26 23:04:24 UTC
Permalink
LuigiFortunati wrote:

>>> Se cosi' non fosse, non ci sarebbe
>>> alcuna spinta di Archimede.

>> Sbagliato.

> Quindi tu affermi che senza la differenza di densita', la spinta
> verso l'alto ci sarebbe ugualmente?

Affermo che un modello in cui vi puo' essere una spinta idrostatica
senza differenze di densita' e' concepibile e non porta a contraddizioni
interne. Quindi che la tua affermazione non e' un truismo logico.

> In tal caso, da cosa deriverebbe?

Da una differenza di pressione. Che spesso e' legata ad una differenza
di densita', ma non necessariamente. Il coefficiente di comprimibilità
cubica puo variare da 0 a qualsiasi valore negativo. Un valore 0 non
cambia minimamante le leggi dell'idrostatica.

Il tuo e' un sillogismo mal formato:
- Socrate e' un cigno
- tutti i cigni che conosco sono bianchi
- Socrate e' bianco.

> Ti ricordo che stiamo parlando di un "normale" tubo, pieno di un
> "normale" gas, qui sulla terra.

No. Tu hai fatto un'affermazione:
> Se cosi' non fosse, non ci sarebbe alcuna spinta di Archimede.
come se fosse vera in assoluto, indipendentemente dalla "normalita'"
(che non hai definito) del caso trattato.

NON e' vera in assoluto.

Tu affermi:
- un proiettile uccide.
- lo sparo di un proiettile provoca rumore.
- se non vi fosse rumore, nessuno resterebbe ucciso.

Falso: il rumore puo' essere ridotto a piacere da un silenziatore, e il
proiettile continua ad essere fatale. il rumore e' un effetto
colleterale ininfluente, e se *fosse possibile* eliminarlo totalmente,
il proiettile continuerebbe ad essere mortale.

Altrove hai scritto:

> Non mi convince troppo che il peso del fluido soprastante provochi
> l'aumento della pressione, ma lasci invariata la densita'.

Nessuno ha mai scritto questo. Di solito non avviene. Ma in linea di
principio e' possibile, e tu ne neghi, come se fosse ovvio, la
possibilita' stessa.


Il tuo modo di ragionare e' stato stigmatizzato da Aristotele stesso
come "eristico". Sei un combattente, Luigi (e' questo il significato di
"eristico"). Ma combatti affermando il falso per difendere convinzioni
insostenibili in una discussione pacata.


--
TRu-TS
Alcune scorie non si possono processare: lo dice il lodo Alfano.
LuigiFortunati
2009-09-27 06:49:24 UTC
Permalink
On 27 Set, 01:04, "Tommaso Russo, Trieste" <***@tin.it> wrote:
> LuigiFortunati wrote:
> >>> Se cosi' non fosse, non ci sarebbe
> >>> alcuna spinta di Archimede.
> >> Sbagliato.
> > Quindi tu affermi che senza la differenza di densita', la spinta
> > verso l'alto ci sarebbe ugualmente?
>
> Affermo che un modello in cui vi puo' essere una spinta idrostatica
> senza differenze di densita' e' concepibile e non porta a contraddizioni
> interne. Quindi che la tua affermazione non e' un truismo logico.

Sbagliato.

Stai confondendo le generiche spinte idrostatiche con la spinta di
Archimede.

Riscaldando (o ionizzando) l'acqua, l'aria o qualunque altro fluido,
possiamo creare differenze di gradiente tali da generare qualunque
tipo di pressione, diretta verso qualunque direzione (l'alto, il
basso, la destra o la sinistra).

Ma tali pressioni e tali spinte "non" sono la spinta di Archimede!

Non sono queste pressioni che fanno innalzare il pallone
aerostatico!

> > In tal caso, da cosa deriverebbe?
>
> Da una differenza di pressione. Che spesso e' legata ad una differenza
> di densita', ma non necessariamente. Il coefficiente di comprimibilità
> cubica puo variare da 0 a qualsiasi valore negativo. Un valore 0 non
> cambia minimamante le leggi dell'idrostatica.

Sbagliato.

Nessun fluido "reale" ha un coefficiente di comprimibilita' zero.

Nessuno.

> ...

> Altrove hai scritto:
>
> > Non mi convince troppo che il peso del fluido soprastante provochi
> > l'aumento della pressione, ma lasci invariata la densita'.
>
> Nessuno ha mai scritto questo.

Evidentemente non hai letto bene cio' che ha scritto
cometa_luminosa.

4 settebre 2009: La spinta di archimede e' dovuta ad una differenza
di pressione, non di densita'. La differenza di pressione, a sua
volta, e' dovuta al differente peso della colonna di fluido
soprastante il punto in cui si calcola.

E ancora, il 9 settembre 2009: Nel caso di un liquido lo vedi
meglio: la maggiore pressione, ad esempio sulla faccia inferiore di
un cubo rispetto a quella superiore, non e' dovuta al diverso numero
di urti per unita' di tempo (cioe' dalla diversa densita'), ma e'
dovuta al fatto che ogni molecola di liquido che sta sotto preme di
piu'. Tu puoi avere
tranquillamente lo stesso numero di molecole di liquido sulla faccia
superiore e su quella inferiore, dunque la stessa densita', ma una
pressione molto diversa.

Cosa voleva dire se non questo?

> Di solito non avviene. Ma in linea di
> principio e' possibile, e tu ne neghi, come se fosse ovvio, la
> possibilita' stessa.
>
> Il tuo modo di ragionare e' stato stigmatizzato da Aristotele stesso
> come "eristico". Sei un combattente, Luigi (e' questo il significato di
> "eristico"). Ma combatti affermando il falso per difendere convinzioni
> insostenibili in una discussione pacata.

Non mi pare proprio che sia cosi'.

Ciao, Luigi.
Enrico SMARGIASSI
2009-09-29 16:07:13 UTC
Permalink
LuigiFortunati wrote:

> Stai confondendo le generiche spinte idrostatiche con la spinta di
> Archimede.


No. Sta parlando esattamente della spinta di Archimede. Rileggi.

> Nessun fluido "reale" ha un coefficiente di comprimibilita' zero.

Ti ho gia' spiegato come e perche' questa tua contestazione e'
irrilevante. Scusa, ma non ho voglia di ripeterti tre volte le stesse cose.
Tommaso Russo, Trieste
2009-10-12 16:56:52 UTC
Permalink
Riporto, perche' poi troppo spezzettato nelle risposte di LF, il punto
principale della discussione precedente:

> LuigiFortunati aveva scritto:
>> Il proponente la discussione ha chiesto: Immaginiamo un tubo di
>> vetro idealmente vuoto che si trovi sul pianeta Terra. Immaginiamo di
>> iniettarvi all'interno un po' di un qualsiasi gas. Il gas "cadrà", "si
>> assesterà" sul fondo del tubo oppure si espanderà in maniera da
>> occupare tutto il volume disponibile?
>>...
>> Io avevo risposto: le particelle di gas si addensano certamente di
>> piu' in basso, e di meno in alto.

[TRu]: Giusto.

>> Se cosi' non fosse, non ci sarebbe
>> alcuna spinta di Archimede.

[TRu]: Sbagliato.

Devo spiegare perche' la frase "Se cosi' non fosse, non ci sarebbe
alcuna spinta di Archimede" e' sbagliata e perche' ritengo importante
evidenziarne l'errore.

Nel contesto, e viste anche le precisazioni fatte da LF in seguito, la
frase significa: "Se non ci fosse una differenza di densita', non ci
sarebbe alcuna spinta di Archimede."

Si tratta di una frase ipotetica: se non fosse X, allora non sarebbe Y",
che equivale a dire che Y puo' essere solo IN QUANTO e' X: in altre
parole, che x e' *causa* di Y (e questa e' esattamente l'intenzione con
cui LF l'ha usata).

Ora, cosa significa esattamente "Se non ci fosse una differenza di
densita'" nel contesto del problema posto dell'OP? Le risposte sono
soltanto tre:

1) "se non ci fosse una differenza di pressione"
2) "se la diversa compressione dovuta alla differenza di pressione fosse
compensata esattamente da altri fattori, come differenza di temperatura,
differenza di composizione del gas, altri fattori..."
3) "se il gas fosse incomprimibile".

La 1) e' esclusa dall'OP che ha parlato di un tubo con un "fondo", posto
sul pianeta Terra, dove un campo gravitazionale c'e', e *riempito* di un
gas "qualsiasi", quindi con densita' di massa non nulla.

Per quanto riguarda la 2), la differenza di temperatura e' stata esclusa
esplicitamente da LF ('ho scritto per ben 2 volte "a parita' di
temperatura"'), e altri fattori, com'e' chiaro da tutti i post seguenti,
LF non li ha mai presi neppure in considerazione. Tenendo conto di
questi altri fattori, si riesce facilmente a dare un controesempio, che
LF non accetta perche' vuole considerare solo "un normale gas a
temperatura e ionizzazione uniformi".

[ In realta', questa limitazione LF la applica al problema posto dall'OP
e non alla sua risposta "se non ci fosse una differenza di densita', non
ci sarebbe alcuna spinta di Archimede", che per come e' scritta assume
un significato molto piu' universale del solo esperimento ideale
proposto: ma in questo post non utilizzzero' il controesempio trovato da
Soviet_Mario, perche' quello che voglio confutare e' la *logica* di LF,
non le sue teorie fisiche. ]


Per LF, quindi, l'ipotesi "se non ci fosse una differenza di densita'"
e' esattamente equivalente a "se il gas fosse incomprimibile", e la
frase che ha scritto e' esattamente equivalente a:

"Se il gas fosse incomprimibile, non ci sarebbe alcuna spinta di Archimede."

[ Che e' chiaramente *falsa*, come evidenziato da Smargiassi, Blue_Ray
ed altri, perche' la spinta idrostatica su un corpo immerso in diversi
fluidi e' pari a parita' di differenze di pressione, indipendentemente
dalle differenze di densita' che possono essere estrememente diverse da
fluido a fluido e rese piccole a piacere o addirittura invertite
giocando su altri parametri locali. Ma questo e' un discorso fisico, qui
voglio concentrarmi sulla logica. ]

Per sostenere che la sua affermazione ipotetica e' vera, LF sostiene che
l'ipotesi non si verifica mai: che nessun fluido, non soltanto i gas, e'
perfettamente incomprimibile. Ma il significato di questa frase
ipotetica e' *indipendente* dal fatto che l'ipotesi *non si verifichi
mai* (se cosi' non fosse, sarebbe perfettamente inutile scriverla). Essa
dice *cosa accadrebbe SE* l'ipotesi potesse essere resa vera:

Cosa accadrebbe a un corpo immerso in un fluido ideale perfettamente
incomprimibile, omogeneo, a temperatura ed altri parametri locali
costanti, in presenza di un campo gravitazionale?

La risposta non puo' essere data sperimentalmente, in mancanza del
fluido ideale su cui sperimentare: puo' essere data solo come limite dei
risultati sperimentali ottenuti con fluidi reali con moduli di
comprimibilita' cubica via via crescenti. E il passaggio al limite dice
che il corpo subirebbe una spinta di Archimede calcolabile conoscendone
il volume e le densita' (costante) del corpo e del fluido. Ogni altra
risposta e' priva di significato.

Perche' allora LF afferma che in assenza di differenza di densita' *non*
vi sarebbe spinta di Archimede?


E sopratutto, perche' io e tanti altri continuiamo a confutargli questa
affermazione, che sembrerebbe di lana caprina, visto che siamo tutti
d'accordo a ritenere che nei fluidi reali questa condizione non si
verifichi mai?


Perche' questa frase stabilisce una precisa relazione causa-effetto fra
il numero di particelle di fluido presenti in prossimita' di ciascuna
faccia del corpo immerso e la forza che esse esercitano sulla sua
superficie. LF _deriva_ questa relazione dal suo modello di interazione
fra corpi per cui l'unico meccanismo in grado di esercitare una forza e'
l'urto. Ma chiaramente, come ha gia' dato modo di verificare in
parecchie altre occasioni, se l'affermazione non gli venisse contestata
la userebbe per _sostenere_ il suo modello, in un ragionamento
circolare, avendo ottenuto "ragione" su un punto per lui importante solo
per stanchezza degli interlocutori

(e il suo metodo di inviare tanti post che nessuno troverebbe mai il
tempo di confutarli tutti, e di rispondere su uno stesso argomento con
piu' post concatenati e riferimenti anche a post precedenti, e' una
tecnica - non so quanto consapevole - per ottenere questa stanchezza).

Per questo dico che la sua logica e' "eristica": di ogni ragionamento, a
LF preme soltanto la conclusione cui vuole arrivare; per raggiungere
tale conclusione, ignora (nel senso che non si cura di) tutti gli
argomenti logici che falsificano sue affermazioni, ed utilizza tutte le
affermazioni di cui riesce a "farsi concedere* la correttezza in un caso
particolare per generalizzarle impropriamente a tutti i casi di suo
interesse. Insomma, il comportamento tipico di un sofista che lotta per
difendere la tesi dell'accusa o della difesa senza alcun interesse per
la verita' dei fatti.


Il modo corretto di esprimere tutto quello che LF ha scritto in questo
lungissimo thread avrebbe potuto essere questo:

- se non ci fosse alcuna differenza di pressione, non vi sarebbe
alcuna spinta di Archimede
- siccome (sappiamo empiricamente, e da cio' che sappiamo sulla
struttura della materia possiamo anche dedurre, che) nessun fluido e'
perfettamente incompressibile, ogniqualvolta una differenza di pressione
causa una spinta di Archimede *in un fluido omogeneo e a parita' di
altri parametri*, e' sicuro che *causa anche* una, per quanto piccola,
differenza di densita'
- la differenza di densita' puo' avere un ruolo (come ha evidenziato
Elio Fabri) nel meccanismo stesso che genera la differenza di pressione.
Questo non implica che tale ruolo sia logicamente necessario: sono
ipotizabili e modellizabili meccanismi diversi.


In conclusione, chi legge i post di LF non si faccia ingannare
dall'apparentemente disarmante semplicita' dei suoi ragionamenti, che
sono invece sottilmente insidiosi (senza alcuna cattiveria da parte sua,
sia chiaro. LF *crede* nella verita' delle tesi che sostiene, solo che
per darne impossibili dimostrazioni piega la logica alle sue esigenze,
creando confusione prima di tutto a se', e poi a chi legge).


- o -




Alcune risposte personali che gli devo:

>>>>> Se cosi' non fosse, non ci sarebbe
>>>>> alcuna spinta di Archimede.
>>>> Sbagliato.
>>> Quindi tu affermi che senza la differenza di densita', la spinta
>>> verso l'alto ci sarebbe ugualmente?
>> Affermo che un modello in cui vi puo' essere una spinta idrostatica
>> senza differenze di densita' e' concepibile e non porta a contraddizioni
>> interne. Quindi che la tua affermazione non e' un truismo logico.
> Sbagliato.
> Stai confondendo le generiche spinte idrostatiche con la spinta di
> Archimede.

No, stavo parlando esattamente della spinta di Archimede.

>>> In tal caso, da cosa deriverebbe?
>> Da una differenza di pressione. Che spesso e' legata ad una differenza
>> di densita', ma non necessariamente. Il coefficiente di comprimibilità
>> cubica puo variare da 0 a qualsiasi valore negativo. Un valore 0 non
>> cambia minimamante le leggi dell'idrostatica.
> Sbagliato.
> Nessun fluido "reale" ha un coefficiente di comprimibilita' zero.
> Nessuno.

Qui hai dato particolare enfasi retorica ad un argomento con cui in
realta' negavi la possibilita' della tua "if-clause". Ti metto il tuo
ragionamento in chiaro: "Se piovesse mi bagnerei." "Ma non sta piovendo,
quindi non ti bagneresti!"

>>> Non mi convince troppo che il peso del fluido soprastante provochi
>>> l'aumento della pressione, ma lasci invariata la densita'.
>> Nessuno ha mai scritto questo.
> Evidentemente non hai letto bene cio' che ha scritto
> cometa_luminosa.

No, io avevo letto benissimo, sei solo tu ad aver capito che sostenesse
l'esistenza di fluidi incomprimibili. Stava ragionando sul "cosa
avverrebbe SE". Che era propri la tua ipotesi.

> E anche Smargiassi, il 6 settembre aveva scritto:
> ...L'acqua, per esempio, e' assai poco comprimibile,
> Cosa voleva dire se non questo [che il peso del fluido soprastante...
> lascia invariata la densita]?

Stava esponendo il ragionamento verso il limite dell'incomprimibilita'.

> A parte il fatto che anche lui (come te) ritiene (erroneamente) che
> il coefficiente di comprimibilita' dell'acqua sia zero.

Queste sono tue illazioni infondate.

Smargiassi ha scritto "assai poco comprimibile".

Io avevo anche usato il valore del modulo di compressibilita'dell'acqua
per farci un calcoletto di massima.

Smargiassi ti ha anche detto (centrando in pieno il *tuo* problema: Ai
fini del ragionamento e' irrilevante se in natura [fluidi
incomprimibili] esistono o meno (a meno che tu non possa dimostrare che
sono impossibili, vale a dire in contrasto con le leggi note). Stai
confondendo argomenti *logici* con argomenti *empirici*.

>> Il tuo modo di ragionare e' stato stigmatizzato da Aristotele stesso
>> come "eristico". Sei un combattente, Luigi (e' questo il significato di
>> "eristico"). Ma combatti affermando il falso per difendere convinzioni
>> insostenibili in una discussione pacata.
>
> Non mi pare proprio che sia cosi'.

"Eristico" non vuol dire "violento", a meno che non parli di violenza
alle leggi della Logica :-)

> Ciao, Luigi.

ciao

--
TRu-TS
LuigiFortunati
2009-10-14 11:10:54 UTC
Permalink
On 12 Ott, 18:56, "Tommaso Russo, Trieste" <***@tin.it> wrote:
> Ora, cosa significa esattamente "Se non ci fosse una differenza di
> densita'" nel contesto del problema posto dell'OP?

"Se non non ci fosse una differenza di densita'..." significa
semplicemente che senza di essa non ci sarebbe neanche una differenza
di pressione.

Questo, naturalmente, vale per l'atmosfera (che spinge il pallone
aerostatico verso l'alto), per il mare (che tiene a galla la nave) e
per l'acqua della vasca presso la quale Archimede grido' "eureka!".

Riconosco pero' che potresti avere ragione tu a dire che
l'affermazione non e' valida sempre e ovunque, perche' in alcuni casi
particolari, potrebbe anche non essere cosi'.

Ad esempio, nel bicchiere del barman (che usa Gin e Curacao) *forse*
ci potrebbe essere differenza di pressione anche senza differenza di
densita'.

Ciao, Luigi.
LuigiFortunati
2009-09-27 07:06:16 UTC
Permalink
On 27 Set, 01:04, "Tommaso Russo, Trieste" <***@tin.it> wrote:
> Altrove hai scritto:
>
> > Non mi convince troppo che il peso del fluido soprastante provochi
> > l'aumento della pressione, ma lasci invariata la densita'.
>
> Nessuno ha mai scritto questo.

Evidentemente non hai letto bene cio' che ha scritto
cometa_luminosa.

...

E anche Smargiassi, il 6 settembre aveva scritto: Assolutamente
falso. L'acqua, per esempio, e' assai poco comprimibile, quindi la
densita' aumenta lentamente, ma la pressione aumenta rapidamente
(circa 1 atm ogni 10 m). La cosa e' evidente se uno considera
l'equazione di Bernoulli (che si studia, o si dovrebbe studiare, al
liceo) per un fluido incomprimibile in quiete soggetto alla gravita':
p=rho*g*h, con rho la densita' ed h la profondita'. E' chiaro che p
aumenta con h anche se rho e' costante. L'aumento di pressione in
realta' dipende dal peso del fluido soprastante.

Cosa voleva dire se non questo?

A parte il fatto che anche lui (come te) ritiene (erroneamente) che
il coefficiente di comprimibilita' dell'acqua sia zero.

Ciao, Luigi.
Enrico SMARGIASSI
2009-09-29 16:07:12 UTC
Permalink
LuigiFortunati wrote:

> Cosa voleva dire se non questo?

Che il peso del fluido soprastante fa aumentare la pressione, ma che
l'aumento della densita' dipende da altro.

> A parte il fatto che anche lui (come te) ritiene (erroneamente) che
> il coefficiente di comprimibilita' dell'acqua sia zero.

Adesso capisco: hai dei problemi di comprensione della lingua italiana,
visto che nemmeno questo ho detto. Rileggi.
LuigiFortunati
2009-09-27 08:15:37 UTC
Permalink
On 27 Set, 01:04, "Tommaso Russo, Trieste" <***@tin.it> wrote:
> Altrove hai scritto:
>
> > Non mi convince troppo che il peso del fluido soprastante provochi
> > l'aumento della pressione, ma lasci invariata la densita'.
>
> Nessuno ha mai scritto questo.

Voglio anche farti notare che Smargiassi, con la frase scritta il 6
settembre: Assolutamente falso. L'acqua, per esempio, e' assai poco
comprimibile, quindi la densita' aumenta lentamente, ma la pressione
aumenta rapidamente (circa 1 atm ogni 10 m). La cosa e' evidente se
uno considera l'equazione di Bernoulli (che si studia, o si dovrebbe
studiare, al liceo) per un fluido incomprimibile in quiete soggetto
alla gravita': p=rho*g*h, con rho la densita' ed h la profondita'. E'
chiaro che p aumenta con h anche se rho e' costante. L'aumento di
pressione in realta' dipende dal peso del fluido soprastante...
prima afferma che l'acqua e' "poco comprimibile" e poi si
contraddice applicando anche ad essa l'equazione di Bernoulli, valida
solo per i liquidi incomprimibili.

Come se poco comprimibili fosse sinonimo di incomprimibili.

Ciao, Luigi.
LuigiFortunati
2009-10-07 08:29:12 UTC
Permalink
On 27 Set, 01:04, "Tommaso Russo, Trieste" <***@tin.it> wrote:
>...
Il 28 settembre 2009 su fisf, riferendoti a questa discussione,
avevi scritto...

P.S.: te lo scrivo qui, perche' su isf i messaggi tardano a comparire
con ritardi non predicibili: la mia risposta al tuo ultimo post li'
tardera' un po'. Non affrettarti come d'uso a pensare che se nessuno
ti risponde in giornata tu abbia ragione. Se tardero' e' per altri
motivi:
1) ho anche altre cose da fare
2) la mia risposta potrebbe capitare in una coda di moderazione lenta
3) devo trovare le parole giuste per spiegare con la massima chiarezza
(non a te, sarebbe fatica sprecata, ma ad altri si') perche' *hai
torto*.

Questo non e' un sollecito perche' tu, naturalmente, risponderai
solo quando (e se) ne avrai voglia e tempo.

Ma poiche' a quanto vedo hai qualche difficolta' a trovare le parole
giuste, ti fornisco alcuni ulteriori spunti di riflessione, che magari
ti faranno desistere dal far tue le insostenibili posizioni di cometa
e Smargiassi (impresa ardua anche per uno bravo come te).

Intanto e' impossibile che la spinta di Archimede possa nascere da
gradienti diversi di temperatura e/o di ionizzazione.

Il motivo e' semplice. Nessun fluido puo' mantenere nel tempo
gradienti diversi di temperatura e/o di ionizzazione, perche' queste
proprieta' tendono velocemente ad "uniformarsi" spontaneamente su
tutto il volume.

Tu dirai che anche la densita' tende ad uniformarsi per tutto il
volume, ma questo e' vero solo in assenza di gravita'.

Dove e' presente, la forza di gravita' provvede direttamente a
creare, e a mantenere nel tempo, il diverso gradiente di densita' ad
ogni diversa altezza, attivando cosi' la spinta di Archimede.

Se avessi scritto che senza la differenza di densita' nessun pallone
aerostatico salirebbe verso il cielo e nessuna nave starebbe a galla,
avresti affermato ugualmente che era sbagliato?

Domandina.
In una sfera colma d'acqua in assenza di gravita', il cubetto di
legno immerso "non" galleggia.
Se portiamo la stessa boccetta sulla terra, il cubetto di legno sale
verso su (la spinta di Archimede si e' attivata)
Cos'e' cambiato nell'acqua della boccetta tra il prima e il dopo?
a) La temperatura?
b) la ionizzazione?
c) la densita'?
d) altro?

Vuoi provare ad attivare tu (in qualunque modo) la spinta di
Archimede nella boccetta senza che ci sia variazione di densita'?

Ciao, Luigi.
Soviet_Mario
2009-10-07 14:20:10 UTC
Permalink
LuigiFortunati ha scritto:
CUT

>
> Intanto e' impossibile che la spinta di Archimede possa nascere da
> gradienti diversi di temperatura e/o di ionizzazione.

che modo di incasinarsi la vita ...

>
> Il motivo e' semplice. Nessun fluido puo' mantenere nel tempo
> gradienti diversi di temperatura e/o di ionizzazione, perche' queste
> proprieta' tendono velocemente ad "uniformarsi" spontaneamente su
> tutto il volume.

non mi sembrano considerazioni così rilevanti, cioè mi
sembra di voler discutere casi particolarissimi evitando
quello standard normale normale. Perchè poi ?

>
> Tu dirai che anche la densita' tende ad uniformarsi per tutto il
> volume, ma questo e' vero solo in assenza di gravita'.
>
> Dove e' presente, la forza di gravita' provvede direttamente a
> creare, e a mantenere nel tempo, il diverso gradiente di densita' ad
> ogni diversa altezza, attivando cosi' la spinta di Archimede.

tra l'altro, qui pare che la spinta di archiede debba per
forza essere spiegata in un contesto all'equilibrio stabile,
mentre a me non pare necessario per niente.
Potrei stratiticare delle soluzioni viscose con densità che
varino a scatti, persino con le parti inferiori MENO dense
di quelle superiori se si sta attenti ai menischi, e la
spinta ci sarebbe lo stesso, anche se il sistema non è in un
equilibrio stabile


> Se avessi scritto che senza la differenza di densita' nessun pallone
> aerostatico salirebbe verso il cielo e nessuna nave starebbe a galla,
> avresti affermato ugualmente che era sbagliato?
>
> Domandina.
> In una sfera colma d'acqua in assenza di gravita', il cubetto di
> legno immerso "non" galleggia.

okay. Anche se, in prossimità di una superficie, a seconda
della bagnabilità e della tensione superficiale, potrebbe
essere estromessa dal liquido per ragioni diverse. Ma non
c'entra niente, era solo per dide

> Se portiamo la stessa boccetta sulla terra, il cubetto di legno sale
> verso su (la spinta di Archimede si e' attivata)
> Cos'e' cambiato nell'acqua della boccetta tra il prima e il dopo?
> a) La temperatura?
> b) la ionizzazione?
> c) la densita'?
> d) altro?

d) altro. Essenzialmente per la pressione. La spinta della
massa spostata, se la densità del cubetto è maggiore di
quella del liquido. E' quella l'unica differenza di densità
importante. Il liquido può avere qualsiasi profilo di
densità con la quota, anche costante o persino profili
invertiti (purché viscoso), e fintantoche rimane più denso
del legno, lo spinge fuori.

Poi è chiaro che un gradiente di densità può esistere. PEr
il poco che avevo capito io la questione non era SE fosse
necessario che il gradiente esistesse in sé e per sé (il che
è probabile in un liquido omogeneo e in equilibrio, e non
necessario in casi di disequilibrio), ma piuttosto SE e in
che misura il gradiente di densità era necessario alla
spinta idrostatica. Mi pareve di avere letto che non era
necessario, e penso anche io che non lo sia, la spinta di
Archimede e la pressione idrostatica non nascono di lì,
esenzialmente, ma solo dal peso della colonna d'acqua
soprastante.
Perché andare a impelagarsi con ionizzazione, temperatura e
altre variabili strambe se ce n'è una ovvia ?
mah
Soviet

>
> Vuoi provare ad attivare tu (in qualunque modo) la spinta di
> Archimede nella boccetta senza che ci sia variazione di densita'?
>
> Ciao, Luigi.
LuigiFortunati
2009-10-08 13:34:32 UTC
Permalink
On 7 Ott, 16:20, Soviet_Mario <***@MIR.CCCP> wrote:
> tra l'altro, qui pare che la spinta di archiede debba per
> forza essere spiegata in un contesto all'equilibrio stabile,
> mentre a me non pare necessario per niente.
> Potrei stratiticare delle

> soluzioni viscose con densità che varino a scatti...
> ...
> la spinta di
> Archimede e la pressione idrostatica non nascono di lì,
> essenzialmente, ma solo dal peso della colonna d'acqua
> soprastante.

Il peso della colonna soprastante e' diretto verso il basso.

La spinta di Archimede verso l'alto.

Quindi e' la "reazione" al peso della colonna soprastante che spinge
verso l'alto, non il peso in se stesso.

> Perché andare a impelagarsi con ionizzazione, temperatura e
> altre variabili strambe se ce n'è una ovvia ?
> mah

Intanto, il gradiente di ionizzazione non e' certamente farina del
mio sacco.

E poi, propio tu mi addebiti di impelagarmi con le variabili
strambe?

Ti sembrano tanto normali le tue soluzioni viscose con densita' a
scatti?

Provate a spiegare (tu e loro) cosa c'entrano i gradienti di
ionizzazione e le soluzioni viscose con densita' a scatti... con la
spinta di Archimede!

Luigi.
Soviet_Mario
2009-10-08 22:00:16 UTC
Permalink
LuigiFortunati ha scritto:
> On 7 Ott, 16:20, Soviet_Mario <***@MIR.CCCP> wrote:
>> tra l'altro, qui pare che la spinta di archiede debba per
>> forza essere spiegata in un contesto all'equilibrio stabile,
>> mentre a me non pare necessario per niente.
>> Potrei stratiticare delle
>
>> soluzioni viscose con densità che varino a scatti...
>> ...
>> la spinta di
>> Archimede e la pressione idrostatica non nascono di lì,
>> essenzialmente, ma solo dal peso della colonna d'acqua
>> soprastante.
>
> Il peso della colonna soprastante e' diretto verso il basso.
>
> La spinta di Archimede verso l'alto.
>
> Quindi e' la "reazione" al peso della colonna soprastante che spinge
> verso l'alto, non il peso in se stesso.
>

sono stato impreciso okay, quel peso si traduce in
pressione, che è isotropa, e spinge su tutte le facce, solo
che su quelle laterali si annulla, mentre su quella
inferiore spinge più che su quella superiore.

>> Perché andare a impelagarsi con ionizzazione, temperatura e
>> altre variabili strambe se ce n'è una ovvia ?
>> mah
>
> Intanto, il gradiente di ionizzazione non e' certamente farina del
> mio sacco.

boh, è ininfluente. Mi sembra in ogni caso un aspetto
ininfluente.

>
> E poi, propio tu mi addebiti di impelagarmi con le variabili
> strambe?

certo, perché io non le uso per SPIEGARE il fenomeno, che ne
prescinde, ma per confutare la necessità del gradiente che
dici, che non sussiste.
Indi, in negativo, basta al limite anche un solo caso
contrario per escludere una certa causa come causa
NECESSARIA. E' una questione di logica no ?

Se invece vuoi che una variabile sia necessaria, allora deve
operare SEMPRE

>
> Ti sembrano tanto normali le tue soluzioni viscose con densita' a
> scatti ?

no, sono casi limite, scelti apposta per confutare la
necessità dei gradienti di pressione. Sono esempi valuti,
per FALSIFICARE, perché ogni esempio lo sarebbe

>
> Provate a spiegare (tu e loro) cosa c'entrano i gradienti di
> ionizzazione e le soluzioni viscose con densita' a scatti... con la
> spinta di Archimede!

te l'ho spiegato. Sorry, la logica delle dimostrazioni e
delle falsificazioni è quella lì, che ti stia bene o meno.
ciao
Soviet

>
> Luigi.
Tommaso Russo, Trieste
2009-10-08 23:37:18 UTC
Permalink
LuigiFortunati wrote:

> Ti sembrano tanto normali le tue soluzioni viscose con densita' a
> scatti?

Assolutamente si'.

Non hai mai visto un aperitivo a strati multicolori? Prova a chiedere in
zona Piazzetta Emanuele Filiberto, via Bonelli, probabilmente li fanno.

Un bravo barman riesce a fartene uno con i colori dell'arcobaleno dal
rosso al violetto, e un altro con gli stessi colori ma dal violetto al
rosso: non e' affatto necessario che gli strati superiori abbiano
densita' inferiore a quelli sottostanti.

Ma la densita' dei vari strati e' diversa: quando rompi l'equilibrio
instabile con un movimento brusco dell'oliva infilata su un lungo
stecchino, vedi chiaramente alcuni degli strati superiori precipitare
verso il fondo senza miscelarsi con i sottostanti. Sono diversi i
contenuti in alcool e zucchero. Per ottenere un colore uniforme devi
mescolare energicamente.

La differenza fra la densita' fra una strato superiore piu' denso e uno
inferiore meno denso supera molto di molto la differenza di densita' fra
l'acqua a 1000 metri di profondita' e quella alla superficie. Basta
usare Gin e Curacao.

Pero' mentre immergi l'oliva, con delicatezza, dalla superficie al
fondo, senti chiaramente la spinta di Archimede, all'incirca pari al
peso dell'oliva, anche quando questa attraversa due strati di cui quello
sottostante e densita' inferiore.

> Provate a spiegare (tu e loro) cosa c'entrano i gradienti di
> ionizzazione e le soluzioni viscose con densita' a scatti... con la
> spinta di Archimede!

Questa e' un'altra delle tue argomentazioni capziose. Per le soluzioni
viscose con densita' a scatti la spiegazione e' quella sopra. Per i
gradienti di ionizzazione non ho sottomano un esempio dalla vita
quotidiana, e tu tendi a contestare i risultati degli esperimenti in
laboratorio.

> Luigi.

ciao.

P.S. ai tuoi (3!, non uno) post del 27 settembre rispondero'. Ma non per
te. Nel merito qualcosa ti ha gia' detto Smargiassi. Io non intendo
contestare la tua fisica, che qualche volta contiene qualche
affermazione corretta, ma la tua *logica*: che, mi spiace dirlo, e'
quella di Ghedini. Eristica. E quindi ti fa arrivare sempre alle
conclusioni cui vuoi arrivare. Non e' un buon metodo per avvicinarsi
alla realta'. Per questo desidero frenare eventuali diffusioni del contagio.

--
TRu-TS
Alcune scorie non si possono processare: lo diceVA :-D il lodo Alfano.
Onore alle Istituzioni che resistono, resistono, resistono.
Le Costituzioni sono scritte quando il popolo è sobrio
pensando all'eventualità che potrebbe non esserlo sempre (cit. ?).
SteD
2009-10-07 19:13:32 UTC
Permalink
On 7 Ott, 10:29, LuigiFortunati <***@gmail.com> wrote:

>
>   Il motivo e' semplice. Nessun fluido puo' mantenere nel tempo
> gradienti diversi di temperatura e/o di ionizzazione, perche' queste
> proprieta' tendono velocemente ad "uniformarsi" spontaneamente su
> tutto il volume.
>

Di fatto nel 2013 ho prenotato una vacanza calda in Antartide.
Speriamo solo che l'acqua non sia troppo calda!

Ma... un momento! Che non sia questo il reale motivo dello
scioglimento dei ghiacci!
Altro che effetto Serra :p
Aleph
2009-09-28 13:22:01 UTC
Permalink
Giorgio Pastore ha scritto:

...
> Qualcuno (Lebowitz e Penrose, se non erro) il problema se lo e' posto e
> la risposta e' affermativa in senso asintotico: al limite di potenziali
> sempre piu' lunga portata e semre minore ampiezza l' equazione di stato
> tende a quella di vdW.

L'articolo si trova in rete?

> >> Per VdW ha senso dire che l'energia interna è esprimibile con un termine
> >> cinetico (dipendente dalla temperatura) + l'energia del potenziale
> >> d'interazione molecolare?
> >
> > Mi pare di no: c'e` un termine entropico di mezzo, che dipende anch'esso
> > dal potenziale, che non credo sia trattabile cosi' semplicemente.
> ...

> Per qualsiasi sistema, una volta decomposta l' energia in termine
> cinetico e termine potenziale si puo' scrivere l' energia interna come
> somma di due contributi. Tuttavia, anche il termine potenziale dipende
> dalla temperature. Non solo quello cinetico.
> Tuttavia se il gas di vdW e' inteso quello che ha l' eq. di stato di
> vdw, occorre anche notare, preliminarmente a qualsiasi discussione, che
> la sola equazione di stato per la pressione non dice nulla sull' energia
> interna e come questa dipenda dai parametriin gioco.

Utilizzando il potenziale asintotico dell'articolo che hai citato,
dovrebbe essere tuttavia possibile individuare la forma della U e
esplicitare la dipendenza dei termini additivi (cinetico e potenziale) dai
parametri fisici rilevanti della teoria, giusto?

Saluti,
Aleph


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Aleph
2009-09-29 09:06:20 UTC
Permalink
Enrico SMARGIASSI ha scritto:

> Aleph wrote:

> [pressione interna]

> > (ma, a quanto ho visto googlando un po',
> > sembra più un concetto in voga tra i chimici fisici, che tra i fisici
> > molecolari).

> In effetti non l'avevo mai sentita chiamare cosi'.
...

Sarebbe interessante sapere se esiste il modo di mettere in relazione la
Pint con la derivata volumica del potenziale d'interazione molecolare.
Sono grandezze che senz'altro hanno qualcosa a che fare visto che per il
gas ideale, ad esempio, sono entrambe nulle.

...
> > Semmai doveva dire (e non avrei avuto nulla da obiettare): "la pressione
> > per fluidi in condizioni standard (quelli che stavamo considerando)
> > DIPENDE, a parità di quantità di moto (fluidi isotermi) delle particelle,
> > soltanto dal numero di urti per unita' di tempo, fattori tuttavia sono
> > entrambi influenzati dal potenziale di interazione molecolare".

> Secondo me il concetto stesso di "urto" diventa problematico non appena
> ci si allontana dai gas diluiti. Infatti richiede di avere un moto
> descrivibile mediante tratti relativamente lunghi di moto quasilibero
> intervallati da tratti piu' brevi d interazion intensa. Basta passare a
> gas a pressioni un po' maggiori di quelle usuali - diciamo 10-100
> atmosfere - perche' una tale descrizione diventi di dubbia utilita'.

Ho capito cosa intendi, ma questa tua precisazione dovrebbe riguardare
soprattutto l'urto tra particelle, mentre la pressione macroscopica,
essendo data dalla somma degli urti molecolari sulle pareti del recipiente
(o del corpo immerso), è un concetto che, mi sembra, dovrebbe mantenere la
sua validità anche ad alte pressioni.

Saluti,
Aleph

--

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Enrico SMARGIASSI
2009-09-29 16:06:54 UTC
Permalink
Aleph wrote:

> Sarebbe interessante sapere se esiste il modo di mettere in relazione la
> Pint con la derivata volumica del potenziale d'interazione molecolare.

Provero', quando ho tempo, a pensarci un attimo.

> Ho capito cosa intendi, ma questa tua precisazione dovrebbe riguardare
> soprattutto l'urto tra particelle, mentre la pressione macroscopica,
> essendo data dalla somma degli urti molecolari sulle pareti del recipiente
> (o del corpo immerso), è un concetto che, mi sembra, dovrebbe mantenere la
> sua validità anche ad alte pressioni.

Certo che il concetto di pressione macroscopica conserva la sua
validita'. Ma quello che osservo e' che, a densita' elevate, descriverla
come prodotta da "urti" di molecole non ha molto senso, visto che il
concetto di urto in quei regimi perde di significato.
Giorgio Pastore
2009-09-29 23:04:49 UTC
Permalink
Enrico SMARGIASSI wrote:
> Aleph wrote:
... mentre la pressione macroscopica,
>> essendo data dalla somma degli urti molecolari sulle pareti del
>> recipiente
>> (o del corpo immerso), è un concetto che, mi sembra, dovrebbe
>> mantenere la
>> sua validità anche ad alte pressioni.
>
> Certo che il concetto di pressione macroscopica conserva la sua
> validita'. Ma quello che osservo e' che, a densita' elevate, descriverla
> come prodotta da "urti" di molecole non ha molto senso, visto che il
> concetto di urto in quei regimi perde di significato.

In realta' c'e' una situazione in cui si puo' giustificare
rigorosamente l' idea di "urti" anche ad alte densita':
se l' interazione tra molecole del liquido e parete e' un'
interazione "a parete dura". Schematizzabile cioe' con un' energia di
interazione zero da una distanza in poi e infinita al di sotto di questa
distanza.

In questo caso, si dimostra che la pressione termodinamica coincide
esattamente con rho_w kT dove k e' la cost. di Boltzmann, T la
temperatura in Kelvin e rho_w la densita' media microscopica *sulla
parete*. La formula cioe' permette di uguagliare la pressione di bulk a
quella di un gas perfetto alla densita' del liquido sulla parete e
stessa temperatura. Per il gas perfetto, ovviamente ha senso parlare di
urti.

Giorgio

P.S per Aleph, appena ho un momento libero cerco il riferimento al
lavoro di Lebowitz e Penrose.
Giorgio Pastore
2009-09-30 07:27:47 UTC
Permalink
auto-correzione

Giorgio Pastore wrote:
...T la
> temperatura in Kelvin

-> temperatura in kelvin

:-)
Aleph
2009-09-30 08:01:18 UTC
Permalink
Giorgio Pastore ha scritto:

> Enrico SMARGIASSI wrote:

> > Aleph wrote:
> .... mentre la pressione macroscopica,
> >> essendo data dalla somma degli urti molecolari sulle pareti del
> >> recipiente
> >> (o del corpo immerso), è un concetto che, mi sembra, dovrebbe
> >> mantenere la
> >> sua validità anche ad alte pressioni.
> >
> > Certo che il concetto di pressione macroscopica conserva la sua
> > validita'. Ma quello che osservo e' che, a densita' elevate, descriverla
> > come prodotta da "urti" di molecole non ha molto senso, visto che il
> > concetto di urto in quei regimi perde di significato.

> In realta' c'e' una situazione in cui si puo' giustificare
> rigorosamente l' idea di "urti" anche ad alte densita':
> se l' interazione tra molecole del liquido e parete e' un'
> interazione "a parete dura".

[cut]

Molto interessante: in maniera intuitiva era proprio a una
schematizzazione del genere che pensavo, pensando fosse possibile
distinguere il potenziale intermolecolare da quello tra molecole del
fluido e molecole del contenitore, almeno entro limiti di pressione
sufficientemente ampi (per pressioni enormi è ovvio che alla fine salta
pure il contenitore).

> P.S per Aleph, appena ho un momento libero cerco il riferimento al
> lavoro di Lebowitz e Penrose.

Grazie, mi piacerebbe vedere cosa dicono.

Saluti,
Aleph


--

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http://www.newsland.it/news segnala gli abusi ad ***@newsland.it
cometa_luminosa
2009-09-11 19:38:09 UTC
Permalink
On 11 Set, 10:09, ***@no_spam.it (Aleph) wrote:
> cometa_luminosa ha scritto:

> > ma e' dovuta al fatto che ogni
> > molecola di liquido che sta sotto preme di piu'.
>
> E in virtù di cosa preme di più?
> Non per l'energia cinetica media delle molecole (stessa T), non per il
> maggior numero di urti per unità di tempo (stessa densità) e allora
> l'extrapressione da cosa deriva?

Come ti ha gia' fatto notare Enrico SMARGIASSI, dal potenziale
d'interazione.
Esempio piu' facile da capire (non per te ma per LF o altri che
leggono):
un recipiente diviso in due parti di ugual volume contiene 100 ioni He
+ nella prima e 100 ioni He++ nella seconda. Il tutto e' isotermo. La
pressione e' la stessa nelle due parti?
LuigiFortunati
2009-09-12 10:56:49 UTC
Permalink
On 11 Set, 21:38, cometa_luminosa <***@virgilio.it> wrote:
> > > e' dovuta al fatto che ogni
> > > molecola di liquido che sta sotto preme di piu'.
>
> > E in virtù di cosa preme di più?
> > Non per l'energia cinetica media delle molecole (stessa T), non per il
> > maggior numero di urti per unità di tempo (stessa densità) e allora
> > l'extrapressione da cosa deriva?
>
> Come ti ha gia' fatto notare Enrico SMARGIASSI, dal potenziale
> d'interazione.
> Esempio piu' facile da capire (non per te ma per LF o altri che
> leggono):
> un recipiente diviso in due parti di ugual volume contiene 100 ioni He
> + nella prima e 100 ioni He++ nella seconda. Il tutto e' isotermo. La
> pressione e' la stessa nelle due parti?

Che cavolo c'entra con la discussione?

Esiste forse una spinta di Archimede tra due recipinenti diversi,
che contengono sostanze diverse?

La discussione e' nata da "un [unico] tubo di vetro idealmente vuoto
che si trovi sul pianeta Terra" (quindi neanche in una irreale
situazione extraterrestre dove "il gradiente della temperatura e' tale
da mantenere una densita' uniforme").

Ed e' nata anche dalla frase "Immaginiamo di iniettarvi all'interno
un po' di un qualsiasi gas" (nessun accenno a temperature diverse).

La spinta di Archimede, sulla terra, sospinge in alto il pallone
aerostatico perche' la pressione in basso e' maggiore che la pressione
in alto.

E la pressione negli strati inferiori del pallone e' maggiore,
perche' la densita' (e non la temperatura) e' maggiore.

Questa e' la realta' qui sulla terra.

Il potenziale d'interazione, poi, e' completamente fuori luogo,
perche' la composizione dell'aria (tra il sotto e il sopra del pallone
aerostatico) "non" e' formato da materia diversa (non ci sono ioni He
+ da una parte e ioni He++ dall'altra).

Comunque la stragrande maggioranza, non avra' difficolta' a
giudicare autonomamente dove sta la ragione e dove il torto.

Luigi.
cometa_luminosa
2009-09-13 02:11:51 UTC
Permalink
On 12 Set, 12:56, LuigiFortunati <***@gmail.com> wrote:
>
>   Comunque la stragrande maggioranza, non avra' difficolta' a
> giudicare autonomamente dove sta la ragione e dove il torto.

A proposito, ho una piccola domanda per te. Pensaci bene prima di
rispondere (anzi, non mi rispondere proprio, rispondi a te stesso
soltanto): a te interessa aver ragione o imparare la fisica?
Aleph
2009-09-14 08:53:36 UTC
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cometa_luminosa ha scritto:

> On 12 Set, 12:56, LuigiFortunati <***@gmail.com> wrote:
> >
> >   Comunque la stragrande maggioranza, non avra' difficolta' a
> > giudicare autonomamente dove sta la ragione e dove il torto.

> A proposito, ho una piccola domanda per te. Pensaci bene prima di
> rispondere (anzi, non mi rispondere proprio, rispondi a te stesso
> soltanto): a te interessa aver ragione o imparare la fisica?

Una cosa non esclude necessariamente l'altra :).

Saluti,
Aleph

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cometa_luminosa
2009-09-13 01:38:48 UTC
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On 12 Set, 12:56, LuigiFortunati <***@gmail.com> wrote:
>
> Comunque la stragrande maggioranza, non avra' difficolta' a
> giudicare autonomamente dove sta la ragione e dove il torto.

Su questo sono completamente d'accordo.
Aleph
2009-09-14 09:31:16 UTC
Permalink
cometa_luminosa ha scritto:

> On 11 Set, 10:09, ***@no_spam.it (Aleph) wrote:
> > cometa_luminosa ha scritto:

> > > ma e' dovuta al fatto che ogni
> > > molecola di liquido che sta sotto preme di piu'.
> >
> > E in virtù di cosa preme di più?
> > Non per l'energia cinetica media delle molecole (stessa T), non per il
> > maggior numero di urti per unità di tempo (stessa densità) e allora
> > l'extrapressione da cosa deriva?

> Come ti ha gia' fatto notare Enrico SMARGIASSI, dal potenziale
> d'interazione.
...

Ho già risposto a Smargiassi entrando nel merito, quello che ti posso
anticipare qui è che la tua osservazione sulla pressione interna dei
fluidi è sbagliata e non ha nulla a che vedere con la Spinta di Archimede.
L'esempio che hai riportato di seguito lo tralascio perché c'entra con la
discussione più o meno come i cavoli a merenda.

Saluti,
Aleph

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Enrico SMARGIASSI
2009-09-10 10:40:53 UTC
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LuigiFortunati wrote:

> E meno male che in data 7/9/2009 alle ore 16:59

Cioe' alla fine della discussione... ammettere l'errore no?
LuigiFortunati
2009-09-10 11:38:49 UTC
Permalink
Dire che qualcosa dipende dalla pressione di un fluido e' sinonimo
di dire che...

Dipende dalla densita' e dalla temperatura.

Poiche' il post iniziale parlava della distribuzione dell'aria in un
tubo di vetro che si trovi sulla terra.

E' chiaro che la differenza di temperatura all'interno del tubo, non
c'entrava un tubo.

Luigi.
Enrico SMARGIASSI
2009-09-11 14:03:29 UTC
Permalink
LuigiFortunati wrote:

> Poiche' il post iniziale parlava della distribuzione dell'aria in un
> tubo di vetro che si trovi sulla terra.

Ma tu hai fatto affermazioni piu' generale:

"Le particelle di gas si addensano certamente di piu' in basso, e di
meno in alto. Se cosi' non fosse, non ci sarebbe alcuna spinta di
Archimede. "(3-9:19:07)

"La differenza di pressione tra i vari livelli dell'aria (dell'acqua e
di qualunque fluido), non ci sarebbe senza la differenza di densita'...
La pressione in montagna e' piu' bassa, proprio perche' l'aria e'
piu' rarefatta. Aria piu' rarefatta = minore densita'." (4-9:15:59)

Nota il riferimento alla montagna, dove certo l'aria non e' isoterma.
Comunque, se riconosci che queste affermazioni - che legano sic et
simpliciter spinta di Archimede e densita' - sono errate, possiamo chiudere.
Enrico SMARGIASSI
2009-09-10 10:40:49 UTC
Permalink
Elio Fabri wrote:

> Certo che sul piano macroscopico la spinta di Archimede dipende dalla
> differenza di pressione con la quota

Siccome si parla di pressione, e' chiaro che il punto di vista non puo'
che essere macroscopico.

> Si vede dunque che da questo di vista gradiente di pressione e spinta
> di Archimede hanno una causa comune: la distribuzione di densita' non
> uniforme.

In questo caso c'e`. Ma e' facile trovare casi in cui la differenza di
densita' non c'entra nulla. P.es. pensa ad un fluido con un gradiente di
temperatura tale da mantenere una densita' uniforme quando il fluido e'
in un campo gravitazionale dato. Allora non c'e` differenza di densita',
ma c'e` differenza di pressione, e c'e` spinta di Archimede.
(L'importante e' che ci sia un trasferimento di quantita' di moto tra le
molecole del fluido ed il corpo maggiore sulla faccia inferiore ch su
quella superiore, e questa la si puo' ottenere sia aumentando il numero
di molecole che aumentandone l'energia cinetica.)

Quindi mi pare perfettamente giusta l'affermazione che la spinta di A.
derivi dalla diff. di P, visto che questa ci deve sempre essere, e non
dalla diff. di densita', visto che quest'ultima non e' necessaria.
Aleph
2009-09-11 09:45:19 UTC
Permalink
Enrico SMARGIASSI ha scritto:

> Elio Fabri wrote:

> > Certo che sul piano macroscopico la spinta di Archimede dipende dalla
> > differenza di pressione con la quota

> Siccome si parla di pressione, e' chiaro che il punto di vista non puo'
> che essere macroscopico.

Si parla anche di densità e la densità, nel limite di volumi molto
piccoli, ha senso anche come variabile mesoscopica o microscopica.

> > Si vede dunque che da questo di vista gradiente di pressione e spinta
> > di Archimede hanno una causa comune: la distribuzione di densita' non
> > uniforme.

> In questo caso c'e`.

Come anche nel caso, piuttosto generale, del gas o liquido isotermo da cui
eravamo partiti.

> Ma e' facile trovare casi in cui la differenza di
> densita' non c'entra nulla.

Vero, ma sono casi che non c'entrano nulla con il caso in discussione
(ipotesi di fluido in equilibrio termodinamico a una temperatura T).

> P.es. pensa ad un fluido con un gradiente di
> temperatura tale da mantenere una densita' uniforme quando il fluido e'
> in un campo gravitazionale dato.
...
> Quindi mi pare perfettamente giusta l'affermazione che la spinta di A.
> derivi dalla diff. di P, visto che questa ci deve sempre essere, e non
> dalla diff. di densita', visto che quest'ultima non e' necessaria.

A mio parere il modo in cui hai riproposto la questione è piuttosto
capzioso, poiché hai introdotto un caso particolarissimo (sistema
termodinamico - fluido - lontano dall'equilibrio termodinamico) per
contestare delle affermazioni relative a un caso affatto diverso (sistema
termodinamico - fluido - in equilibrio termodinamico).

La *spinta* di Archimede (lo dice l'espressione stessa) é una forza e in
quanto tale è evidente che si traduca macroscopicamente in una differenza
di pressione (essendo P = F/S), di modo che (a esempio) un cubo di lato l
immerso in un fluido (all'intreno di un campo gravitazionale dato) ne
sperimenterà l'effetto se e solo se si stabilisce una differenza di
pressione tra le sue due facce verticali. Tuttavia, nel caso in cui il
fluido sia in equilibrio termico, la differenza macroscopica di pressione
s'instaura *sempre* a causa di una differenza di densità del fluido che si
realizza a livello microscopico (la spiegazione di Fabri a questo
proposito mi pare chiarissima) e che sussiste contestualmente alla
differenza di pressione.

E' evidente che era proprio questo il punto che contestavi (al di là di
casi particolarissimi estranei a quello in discussione, come quello da te
proposto in seguito) infatti affermavi:

(LF) " A parita' di temperatura, non esiste variazione di pressione senza
variazione di densita'. [ecc.]"

(ES) "Il che non ha nulla a che fare con l'argomento, come ho gia' detto
in
altri post.

mentre invece è del tutto pacifico che ciò ha pienamente a che fare con
l'argomento e con il caso che stavamo discutendo.

Saluti,
Aleph



--

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Enrico SMARGIASSI
2009-09-11 14:26:11 UTC
Permalink
Aleph wrote:

> Si parla anche di densità e la densità, nel limite di volumi molto
> piccoli, ha senso anche come variabile mesoscopica o microscopica.

Non ci piove. Cosi' come non ci piove sul fatto che basta che una sola
grandezza in gioco sia (solo) macroscopica per rendere necessariamente
macroscopico tutto il discorso.

> Come anche nel caso, piuttosto generale, del gas o liquido isotermo
da cui
> eravamo partiti.

Che non e' il caso piu' generale. Infatti la spinta di A. esiste anche
nei fluidi non isotermi. Se vuoi capire quale ne e' la causa devi fare
riferimento a *tutti* i casi, non ad un sottoinsieme.

> Vero, ma sono casi che non c'entrano nulla con il caso in discussione
> (ipotesi di fluido in equilibrio termodinamico a una temperatura T).

Io sto discutendo il caso generale: la spinta di A. si ha anche in casi
di non equilibrio.

> A mio parere il modo in cui hai riproposto la questione è piuttosto
> capzioso, poiché hai introdotto un caso particolarissimo

No, sei tu che vuoi restringere arbitrariamente la discussione ai casi
di equilibrio termodinamico. Io parlo in generale, e parlare in generale
vuol dire trattare tutti i casi. Nella discussione in oggetto, l'effetto
(la spinta di A.) e' *sempre* associato ad una diff. di pressione, *non
sempre* aduna differenza di densita'. Quindi: la causa e' la diff. di e
non di rho.

> Tuttavia, nel caso in cui il
> fluido sia in equilibrio termico, la differenza macroscopica di pressione
> s'instaura *sempre* a causa di una differenza di densità del fluido

Potresti per favore dimostrare questa affermazione? A me non sembra
tanto ovvia. in particolare, cosa intendi per "densita'" nel caso di un
fluido a piu' componenti?

> E' evidente che era proprio questo il punto che contestavi (al di là di
> casi particolarissimi estranei a quello in discussione

Come ti ho spiegato, chi fa i casi particolari sei tu, non io, ed il mio
caso e' perfettamente a fagiolo nella discussione.
renato
2009-09-05 05:58:16 UTC
Permalink
On 3 Set, 17:44, "Sam_X" <***@abc.com> wrote:
> Avverto che sto per fare una domanda molto probabilmente banalissima.

mah, immagina l'atmosfera terrestre, il gas (i gas) che la circonda è
addensato verso terra...
dunque, il tuo tubo è orizzontale o verticale (ossia il gas, dopo la
prima
spinta che gli dai e per la quale "girerà agitato per un poco e poi,
agitato per la temperatura" ha la
possibilità di "stratificarsi ...addensarsi in basso...perchè il tubo
è
verticale o non ha questa possibilità [meglio tu non sarai in grado di
apprezzarla stante il piccolo
diametro del tubo] poichè il tubo è orizzontale)
Morale: il gas cadrà (uso la tua parola) ovvero risentirà della
gravità.

Perchè sul k2 usano le bombole di ossigeno? perchè è meno ....denso...
[la
sua pressione parziale è inferiore, si è "addensato" verso il basso...
perchè gli aerei scelgono rotte "in alto"? perchè, tra mille altri
motivi,
l'aria è rarefatta ed oppone meno resistenza (non solo questo
motivo....)
perchè un aereo che vola in basso va "carburato" diversamente da uno
che
vola in alto?....idem
ecc
ecc...
Ciao
Ota
Giacomo "Gwilbor" Boschi
2009-09-06 07:11:07 UTC
Permalink
In data Thu, 3 Sep 2009 17:44:18 +0200, Sam_X ha scritto:

> Avverto che sto per fare una domanda molto probabilmente banalissima.
> Immaginiamo un tubo di vetro idealmente vuoto che si trovi sul pianeta
> Terra.

Avrebbe dovuto venirmi in mente subito: a questa pagina

http://www.falstad.com/gas/

c'è un applet Java che risponde molto bene, in maniera grafica, alla tua
domanda. Prova ad esempio a diminuire la temperatura del fornelletto e
guarda cosa succede alle molecole.

--
Giacomo "Gwilbor" Boschi
http://gwilbor.splinder.com/
cometa_luminosa
2009-09-06 17:18:15 UTC
Permalink
On 6 Set, 09:11, "Giacomo \"Gwilbor\" Boschi" <***@email.it>
wrote:

> Avrebbe dovuto venirmi in mente subito: a questa pagina
>
> http://www.falstad.com/gas/

Molto carino! Grazie del link.
Giacomo "Gwilbor" Boschi
2009-09-07 17:22:20 UTC
Permalink
In data Sun, 6 Sep 2009 10:18:15 -0700 (PDT), cometa_luminosa ha
scritto:

> On 6 Set, 09:11, "Giacomo \"Gwilbor\" Boschi" <***@email.it>
> wrote:
>
>> Avrebbe dovuto venirmi in mente subito: a questa pagina
>>
>> http://www.falstad.com/gas/
>
> Molto carino! Grazie del link.

Prego! Aggiungo che all'homepage ci sono tante altre applicazioni di
carattere fisico o in generale scientifico.

--
Giacomo "Gwilbor" Boschi
http://gwilbor.splinder.com/
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